CON LA GOLA SECCA NON SI CANTA, CORO TRINITARIO PRONTO A SCIOPERARE
Niente processione, né cerimonia della Domenica delle Palme, se il vescovo non ripristina il percorso tradizionale della Processione del Cristo Morto. Alla vigilia dell’apertura della Settimana Santa minacciano di disertare l’appuntamento del Venerdì Santo e di domenica prossima (clicca) i cantori del coro trinitario nella suggestiva sacra rappresentazione sulmonese, organizzata dall’Arciconfraternita della SS Trinità. Tre le richieste che hanno inserito in una petizione (firmata quasi da tutti ) e consegnata ai vertici del sodalizio trinitario, da far recapitare sul tavolo del Vescovo Angelo Spina. Una decisione scaturita dopo aver atteso invano di essere ascoltati. Chiedono che sia ripristinato l’itinerario, che il vescovo modificò tre anni fa, per porre fine a momenti in cui i protagonisti della processione sostavano per mangiare, bere non solo acqua, fumare, gozzovigliare in sostanza, convinto invece che la processione sia fatta di regole, di preghiera, di silenzio. La modifica dell’itinerario, che il corteo percorre al contrario all’altezza della chiesa di Santa Maria della Tomba, volgendo le spalle all’edificio sacro, secondo i coristi trinitari è “un’infelice scelta” come scrivono nella petizione “che ha portato a un progressivo allontanamento dei fedeli” i quali, a detta loro “prima attendevano numerosi nel suggestivo ingresso in piazza della Tomba (che ora viene percorsa al contrario). Corollario a tale fenomeno è che il coro, per lunghi tratti, canta per se stesso”. I cantori chiedono che torni la sosta in via della Cona, durante la processione, ricordando che in passato è sempre stata effettuata “per permettere ai coristi di bere un po’d’acqua. Chiediamo pertanto che in sostituzione del tradizionale panino del Giovedì Santo, l’Arciconfraternita disponga la distribuzione di acqua dietro via della Cona, certamente più utile per chi deve cantare per più di tre quattro ore”. Terza richiesta avanzata dai cantori è l’eliminazione della “fastidiosa e artigianale” amplificazione che accompagna le preghiere dei fedeli. “Da qualche tempo è presente dietro il coro”, spiegano, “un impianto meccanico di diffusione delle preghiere recitate dal clero presente in processione. Lo sforzo, anche artistico, e comunque il raccoglimento del canto del Miserere viene ad essere vanificato, perché spesso il volume dell’altoparlante azionato copre e comunque interferisce e contrasta con il canto. Chiediamo che, ove l’Arciconfraternita intenda proseguire nell’utilizzo di tale mezzo quantomeno disponga a che le preghiere si alternino al canto, così come si fa normalmente nelle liturgie, e non lo sovrapponga, e che l’altoparlante sia posto ad opportuna distanza dal coro”.