PUNTI NASCITA, ZUCCATELLI: VANNO CHIUSI. E’ POLEMICA. M5S CHIEDE DIMISSIONI: ECCO ALTERNATIVE ALLA CHIUSURA

“Quei punti nascita non sono sicuri vanno chiusi e basta”. Hanno scatenato non poche polemiche le dichiarazioni  che il subcommissario alla sanità abruzzese Giuseppe Zuccatelli, medico, ha rilasciato in un’intervista  al Il centro di oggi, commentando il dibattito politico sulla chiusura dei quattro punti nascita in Abruzzo, sostenendo che si tratta di una decisione tecnica e non politica. Chiede le sue dimissioni il consigliere regionale M5S Domenico Pettinari , affermando che “Zuccatelli  parla di decisione tecnica gia’ presa e quindi irrevocabile, ma la sua e’ una posizione inaccettabile. Non spetta a un tecnico decidere come va organizzata la sanita’ sui territori, perche’ si tratta di una prerogativa che lo Stato ha delegato alle Regioni. A mio parere, dunque, il subcommissario ha travalicato le sue competenze, andando a invadere un campo su cui e’ la politica a dover prendere le decisioni. Per questo chiedo le sue dimissioni”. Pettinari punta invece a riaprire il confronto sulla chiusura dei punti nascita, “che – puntualizza – va affrontato in Consiglio regionale, salvaguardando le giuste istanze dei territori.”. Secondo il sindaco di Sulmona “Zuccatelli è da tanto tempo il numero due della sanità abruzzese e non vedo perchè si ricorda solo oggi di dire che il punto nascita non è sicuro” ha affermato in un’intervista a Raitre “Se non è in sicurezza allora lo chiuda stamattina”.  Replicando alle dichiarazioni del numero due della sanità abruzzese, la consigliera regionale di minoranza Sara Marcozzi, risponde alle domande che erano state rivolte a Zuccatelli, convinta che esista un’alternativa alla chiusura che esprime in dieci punti.

E’ proprio necessario chiudere i punti nascita?

No, non è assolutamente necessario. Il Patto della Salute prevede una serie di standard che devono essere rispettati, fra questi il numero di parti è solo uno dei tanti. Per raggiungere  gli standard previsti (non rispettati in quasi nessuno dei punti nascita abruzzesi) si possono percorrere diverse strade. Quella della chiusura è solo la meno impegnativa fra tutte, visto che potenzialmente tutti i punti nascita abruzzesi potrebbero superare la soglia dei 500 parti. E’ a questa possibilità che si riferiva il ministro Lorenzin quando ha dichiarato che le deroghe sono ammesse se la Regione si assume le proprie responsabilità. Quello che è successo in Sicilia non è minimamente collegato con la chiusura dei punti nascita, ma piuttosto con l’organizzazione del trasporto materno-infantile che in Abruzzo non è ancora stato organizzato.

In Consiglio regionale la minoranza non la pensa così.

Dal momento che esistono soluzioni diverse, possibili e più efficienti che potrebbero essere adottate, la nostra non è una semplice presa di posizione contro le scelte della maggioranza, è una azione di responsabilità e rispetto per i cittadini e i territori.

 Anche il centrodestra di Gianni Chiodi, che è stato commissariato, è andato giù pesante, gridando vergogna all’indirizzo del commissario e dell’assessore…”

Il centro destra non si è assunto tutte le proprie responsabilità quando era al governo. Avrebbe potuto mettere in atto un piano per far raggiungere gli standard quantitativi e qualitativi ai punti nascita che oggi rischiano la chiusura. Vedi l’esempio di Sant’Omero: con un potenziamento del punto nascita, la possibilità del parto indolore e del parto in acqua si è passati dai 400 parti del 2011 ai quasi 800 del 2013.

Ad onor del vero, comunque, il grido “vergogna” e “sei un servo” provenienti dal centro destra erano riferiti alla censura della discussione della risoluzione sui punti nascita. Il Presidente del Consiglio, su input del Presidente della Giunta ha sciolto il Consiglio dopo solo due ore dalla sua apertura censurando la discussione sui punti nascita. Questi sono fatti!

I critici del Commissario citano il Ministro Lorenzin che ha parlato della possibilità di deroga offerta dalla legge…

La risposta che dà Zuccatelli a questa domanda è imbarazzante. Come ogni persona capace di intendere e di volere e anche da donna sono indignata. Ci rendiamo conto? Zuccatelli sostiene che lo stato personale di gravidanza farebbe sparlare il ministro! E questo sarebbe il numero due della sanità nella nostra Regione? Io sono basita! Sulla interpretazione delle parole del ministro abbiamo già detto: si riferiscono alla possibilità di adottare un piano diverso da quello della chiusura e ciò sarebbe possibile se il Presidente D’Alfonso se ne assumesse la responsabilità. Evidentemente non vuole farlo!

E allora?

Appunto, i punti nascita che restano aperti devono tutti essere adeguati agli standard. Facciamo presente al subcommissario Zuccatelli che non tutte le donne abruzzesi, anche le più informate, hanno la possibilità di allontanarsi da casa per distanze superiori agli 80 km (con tempi di percorrenza di 1 ora e mezza) per partorire.

 La cifra di 500 è già una deroga. E’ così?

Non è così. E comunque la nostra proposta è quella di incrementare i parti nei punti nascita che oggi non superano la soglia dei 500 e che verranno mantenuti aperti.

Ossia?

Per incrementare i parti il punto nascita deve diventare attrattivo: ambiente, personale, possibilità di parto indolore e di parto in acqua. L’OMS oltre a raccomandare uno standard quantitativo auspica una “maggiore sicurezza ed umanizzazione del parto e sollecita un maggior ricorso alla parto analgesia, alla diminuzione dei tagli cesarei, alla promozione e sostegno dell’allattamento al seno oltre che una più efficace organizzazione dei servizi territoriali”. E’ a questo che dobbiamo puntare, anche e soprattutto per contrastare il fenomeno della mobilità passiva.

C’è chi obietta che i tagli vengano fatti per ragioni economiche, per risparmiare.

Il risparmio non è l’obiettivo, così come ci ha confermato anche l’assessore Paolucci in più occasioni.

 Quindi l’invito alla politica in questo caso è di affidarsi ai tecnici.

Intanto la scelta non è stata puramente tecnica,  in quanto gli stessi tecnici sono stati nominati dai politici! E poi c’è da dire che i tecnici hanno semplicemente constatato l’attuale situazione in Abruzzo ed applicato sic et simpliciter il criterio del numero di parti/anno. Scelte diverse devono derivare dalla programmazione, che è questione politica e non tecnica!

La riorganizzazione toccherà ai direttori delle ASL, che spesso non hanno seguito alla lettera le indicazioni della Regione, Lei in passato ha avuto modo di lamentarsene.

I direttori generali hanno ancora margine di manovra. Il decreto demanda ai direttori generali l’adozione di provvedimenti connessi alla riorganizzazione e la definizione di cronoprogrammi per l’adeguamento strutturale e di personale. Sarà quindi loro responsabilità il raggiungimento degli standard previsti dal Patto della Salute.

Siamo comunque agli sgoccioli del commissariamento?

Ci sono ancora alcune criticità rilevate dai tavoli di monitoraggio. Non possiamo pensare che con la chiusura dei punti nascita tutte le criticità verranno magicamente superate. A nostro avviso Regione Abruzzo non è ancora pronta per “camminare” da sola, l’occhio vigile del Ministero, pur se pone vincoli stringenti, ci fornisce un certo grado di “sorveglianza” rispetto ad atteggiamenti poco trasparenti che si sono susseguiti nella storia della sanità abruzzese.