VIA GORIZIA, IL PONTE “INSABBIATO”

“Insabbiamento” del progetto, mancata trasparenza da parte dell’amministrazione, impedimento nell’accedere ai documenti. Una fase di stallo e silenzi, da un anno, che per la minoranza di palazzo San Francesco si traduce in disinteresse. Sono le accuse lanciate dai consiglieri comunali, Gianfranco Di Piero, Alessandro Pantaleo, Mimmo Di Benedetto e Alessandro Lucci, in merito ad un’opera “criticata e ritenuta inutile da tutti, anche dallo stesso sindaco quando era all’opposizione nella precedente amministrazione”, come hanno sottolineato questa mattina in conferenza stampa.  Saltata nuovamente la terza commissione consiliare, convocata per ieri, richiesta dagli stessi consiglieri lo scorso 4 marzo con una diffida, dopo un anno di standby dall’ultima riunione (l 28 febbraio 2014) il progetto di Via Gorizia torna ad essere, anche in questa legislatura, quel “Ponte” della discordia, tra maggioranza e minoranza.  Prendono per buona, con rammarico, la comunicazione “inaspettata” del presidente di commissione, Fabio Ranalli, che ha parlato di “un breve rinvio”, in attesa dell’esito dell’audizione, ma non ci stanno di fronte a silenzi che interpretano come “insabbiamento del progetto”, sostiene Lucci, e come una volontà di non affrontare l’argomento.  “Disagio, sgomento e preoccupazione” emergono dalle dichiarazioni dei consiglieri, i quali criticano fortemente non solo la mancata possibilità di confronto in commissione, utile a capire lo stato dell’arte di quel progetto, che ristagna in una fase di stallo, ma il mancato accesso agli atti “Più volte abbiamo richiesto copie dei documenti, ma non ci sono mai pervenute. Carte che potevano essere esaminate da ogni consigliere. Non siamo tecnici, ma siamo tenuti a vigilare le situazioni” affermano, sottolineando che “Ranalli era sempre stato convinto dello spreco del milione di euro per quel progetto, inserendo questa convinzione anche nel programma di mandato”, ricordano Pantaleo e Di Piero. Parla di “comportamento vergognoso e scandaloso” Di Benedetto, riferendosi ad un’amministrazione dall’atteggiamento “opaco”, che “lascia sempre che le questioni diventino problemi, come nel caso del punto nascita. Non vogliamo arrivare sempre dopo, quando ormai è tardi”.