PUNTO NASCITA, GRILLINI SULMONESI “NESSUNA MAMMA CHIAMERA’ SUO FIGLIO LUCIANO”
Pubblichiamo una lettera inviataci dal gruppo “Meetup Amici di Beppe Grillo di Sulmona”, sul caso Punto Nascita, a firma delle portavoce Gabriella Di Girolamo che commentano ed esprimono la propria opinione in merito alla giornata di ieri, dalla manifestazione della mattina davanti l’ospedale alla seduta del Consiglio regionale in cui si sarebbe dovuta discutere l’annunciata risoluzione della maggioranza Pd.
“Come attivisti del Meetup Amici di Beppe Grillo Sulmona, ma soprattutto come cittadini della nostra Valle, ieri mattina ci siamo uniti al presidio di protesta organizzato dai sindacati contro la chiusura del punto nascita di Sulmona e la spoliazione deliberata del nostro ospedale (clicca) che appare sempre piĆ¹ evidente agli utenti e ai lavoratori che operano al suo interno. Non solo, anche l’illusione della costruzione di un nuovo ospedale sembra ormai sfumare come le promesse della nostra classe dirigente, la quale fa orecchie da mercante rispetto alle esigenze del territorio come se vivesse sulla luna. In questa situazione ci auguriamo e invitiamo tutti i cittadini e tutte le istituzioni a protestare e promuovere le iniziative in difesa del diritto alla salute, minacciato ogni giorno di piĆ¹.
Andati via dal presidio siamo partiti per il Consiglio Regionale a L’Aquila, nel quale, oltre al punto all’ordine del giorno, attendevamo la presentazione della fantomatica risoluzione di maggioranza riguardante proprio i punti nascita condannati alla chiusura dal decreto firmato dal Presidente D’Alfonso lo scorso 11 febbraio.
Dopo ore di discussione dell’ordine del giorno, in attesa dell’arrivo della risoluzione che ci avrebbe stupito con effetti speciali, visto che durante la scorsa seduta la maggioranza si tanto infervorava nell’affermare di volerla discutere pur avendola presentata contravvenendo al regolamento, ed accusava l’opposizione di cavillare e di impedire la presentazione, negando ai cittadini questo preziosissimo e risolutivo documento…ebbene, ci aspettavamo una bomba di risoluzione, concertata con fior di sindaci e finalmente chiarificatrice sulle mille dichiarazioni non-dichiarazioni pervenute in quest’ultimo periodo ma anche piĆ¹ in lĆ con il tempo.
E invece, incredibilmente, nemmeno l’ombra di risoluzioni.Ā Niente scherzi, ci dicevamo, siamo venuti per quello.
La risposta di D’Alfonso e del rappresentante del nostro territorio, Gerosolimo, ĆØ stata una risatina serafica e dichiarazioni d’amore segreto verso territori non dichiarabili che Luciano porterebbe nel cuore, fatte guardando negli occhi il nostro Peppino, e in cotanto romanticismo dalla platea si alzava uno spontaneo āche ti ridiā in termini maggiormente coloriti, e la seduta si scioglieva con un rappresentante della minoranza che urlava paonazzo verso i sindaci di Sulmona e di Ortona il fatto che il Presidente li prendesse in giro, cosa della quale tutti noi ci eravamo accorti da tempo, tutti noi tranne i diretti interessati, evidentemente.
Ma noi, si sa, siamo spontanei, e avvicinatosi D’Alfonso con fare paterno al nostro primo cittadino, non abbiamo potuto fare a meno di appropinquarci e lasciare che con il suo sorriso ci accogliesse con la frase āsiamo tutti cittadiniā e con la sua cortesia cercasse di blandirci con parole che dicevano nulla ed in realtĆ dicevano tutto. PerchĆ© saremo pur poco avvezzi ad un linguaggio politico, ma mica siamo scemi, e non abbiamo alcuna paura del confronto diretto perchĆ© siamo trasparenti. CosƬ trasparenti che la rabbia si leggeva in faccia e piĆ¹ lui parlava piĆ¹ il nostro scetticismo cresceva. Un modo di interloquire sicuramente molto cortese ma mai diretto: mentre noi affermavamo in conclusione che non ci fosse dunque alcuna speranza per il nostro reparto, lui rispondeva nĆ© si nĆ© no, come i politici di vecchia data sono abituati a fare. Rimandava al ministero, dichiarava l’inutilitĆ di una risoluzione (e allora perchĆ© avrebbero voluto strenuamente presentarla?), prometteva appuntamenti fra un anno in piazza XX Settembre per parlare insieme dei risultati della sua riorganizzazione della sanitĆ in Abruzzo e in particolare a Sulmona, correndo poi perĆ² a dire che essendo l’Abruzzo commissariato in realtĆ non ĆØ che dipenda tutto da lui.Insomma, francamente chiacchiere e distintivi, e le mamme si faranno 70 km per recarsi a partorire e nessuna mamma chiamerĆ suo figlio Luciano.”
Le portavoce
Gabriella di Girolamo
Daniela Frittella