LEGNINI: CONTINUERO’ A SOSTENERE LA BATTAGLIA PER I TRIBUNALI SOPPRESSI

“Continuerò a dare una mano per una giusta soluzione riguardante la revisione delle circoscrizioni giudiziarie in Abruzzo”. Con la prudenza che la nuova veste di vice presidente del Consiglio superiore della magistratura impone, Giovanni Legnini ha assicurato che continuerà ad occuparsi del caso dei Tribunali cosiddetti minori soppressi in Abruzzo, quelli di Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto. Il vice presidente dell’organo di autogoverno della magistratura è intervenuto questa mattina, nel teatro Caniglia, all’incontro con gli studenti del Polo Umanistico dal tema “In sana e robusta Costituzione”. “Da parlamentare mi sono battuto a favore dei tribunali minori, pur sapendo bene che c’è bisogno di una revisione delle circoscrizioni giudiziarie – ha ricordato Legnini – però ripeto che il taglio imposto dai criteri fissati nel 2011,  secondo cui deve esistere un solo tribunale per ogni provincia, porta ad una riduzione drastica degli uffici giudiziari che non è sostenibile”. Legnini ha poi aggiunto di aver visionato una carta della nuova geografia giudiziaria che deriverà dalla soppressione dei tribunali minori e di aver constatato come intere aree dell’Abruzzo resterebbero prive di presìdi giudiziari. Effetti della soppressione di questi presìdi verrebbero anche a danno della permanenza dei presìdi dei corpi di polizia. La proroga per i tribunali abruzzesi soppressi scadrà nel 2018. “Adesso non spetta a me dire cosa accadrà – ha concluso il vice presidente Csm – ma certo sosterrò ancora le ragioni di una giusta revisione”. La conversazione con gli studenti, aperta dagli interventi del dirigente scolastico, Caterina Fantauzzi, del sindaco Giuseppe Ranalli e del professore Oreste Tolone, ha spaziato su tanti temi. Gli studenti hanno posto domande all’illustre ospite su nodi fondamentali della vita nazionale. Dalla responsabilità civile dei giudici, ai rapporti tra giustizia e politica, all’esperienza personale del vice presidente Csm, tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario, fino alle inevitabili domande sulla crisi economica e sulle prospettive di sviluppo, che interessano soprattutto i giovani. “Esiste già una legge sulla responsabilità civile dei magistrati – ha precisato Legnini – garanzie per i cittadini verso i magistrati esistono già, per il fatto stesso che esistono tre gradi di giudizio ma è anche opportuno che non si creino condizioni per le quali il giudice appaia intimorito dal ricorso eventuale del cittadino, ferme restando le garanzie a tutela del cittadino stesso”. Sui rapporti sempre delicati tra politica e giustizia Legnini ha ricordato come i giudici, con i cambiamenti legislativi e sociali degli ultimi decenni, abbiano esercitato un ruolo più marcato nella società e “questo fatto ha portato rischi di sconfinamento, con alcuni casi di protagonismo dei magistrati”. D’altronde però “certi politici non hanno mai rinunciato all’idea di controllare e limitare l’esercizio dell’attività giudiziaria”. Buon senso e responsabilità garantiscono quindi quell’equilibrio dei poteri già disegnato dalla Costituzione. “Sia l’invasione di campo da parte della politica che al contrario invasione di campo da parte della magistratura sono errori da evitare” ha sottolineato Legnini, ritenendo prioritaria la lotta alla corruzione diffusa, alla criminalità organizzata, le cui file si arricchiscono anche della presenza di organizzazioni straniere e la lotta al terrorismo internazionale. Passando ai temi dell’economia Legnini ha spiegato come vada tenuta alta la guardia sull’evasione fiscale e sugli sprechi. “Ma ogni discorso torna al debito pubblico che tocca cifre troppo elevate, limitando la possibilità di finanziare servizi essenziali, come sanità, scuola, trasporti e altri” ha rimarcato il vice presidente Csm. Infatti dai dati forniti dalla Banca d’Italia risulta che un terzo del prodotto interno lordo del Paese viene dall’economia sommersa, quindi dall’evasione fiscale. “Se si riuscisse a far emergere almeno la metà di questo sommerso avremmo già risolto molti problemi” ha concluso Legnini. Il vice presidente del Csm ha poi ricordato come interessanti e stimolanti le esperienze compiute finora, prima da parlamentare, poi da sottosegretario di Stato alla Presidenza del consiglio, con Enrico Letta e adesso nel Csm, nel cuore del potere giudiziario. Le ultime domande al vice presidente Csm hanno riguardato un suo giudizio sui politici italiani da lui ritenuti più importanti negli ultimi decenni. E Legnini ha citato Aldo Moro ed Enrico Berlinguer e per anni più recenti Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano.  Invece riguardo alla sua elezione al vertice del Csm Legnini ha raccontato che non se l’aspettava. “Quando me lo hanno comunicato stavo avendo un mezzo svenimento – ha ricordato –  superato lo choc iniziale mi sono messo subito al lavoro, un compito delicato per le decisioni da prendere ma questo non mi condiziona perché non sono condizionabile nell’esercizio della mia funzione”. Tornando, con la domanda di uno studente ai suoi primi passi in politica, il vice presidente Csm ha ricordato di aver iniziato a frequentare la politica dall’età di 17 anni.  “A quel tempo si pensava di poter cambiare il mondo – ha sottolineato – c’era una forte domanda di giustizia”. Sui suoi rapporti con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Legnini ha detto che con il presidente ci si sente quasi tutti i giorni, per via delle loro funzioni, “una persona di alto valore, un uomo delle istituzioni e solido. Ed ha aggiunto che ” sarà un presidente che corrisponderà alle attese dei cittadini e come presidente del Csm alle aspettative del,a giustizia italiana”. Concludendo Legnini ha detto ai ragazzi che “non devono pensare che i giochi per il futuro sono tutti fatti. Se c’è testardaggine e voglia tutto si può ottenere. La tecnologia ci sta cambiando anche in fatto di comunicazione. Ma tutto non si può risolvere con un tweet o con un sms. Bisogna studiare e con la conoscenza arrivare a quelle scelte che sono alla base di un futuro migliore proprio attraverso competenza, meritocrazia e conoscenza”. G.F.

 

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