AFFIDAMENTO CELESTINIANA, MINORANZA: RITIRARE ATTO E LAVORARE A UN PROGETTO PIU’ AMPIO

Valorizzare l’area celestiniana ai piedi del Morrone, patrimonio che vanta “unicità e irripetibilità”,  è il comun denominatore dei consiglieri comunali di minoranza, i quali, dopo la decisione di affidare la zona chalet all’associazione celestiniana in Commissione (clicca), chiedono il ritiro dell’atto, utilizzando i due anni rimanenti della convenzione, stipulata nel 2006 con la stessa associazione, per un maggiore approfondimento del caso, con una progettazione che coinvolga più realtà, che mostri “eguaglianza di trattamento con le altre associazioni”,  senza che “la funzione amministrativa venga delegata in bianco”, e che “affidi specificando impegni precisi”. Che manchi una politica culturale da parte di Giunta e maggioranza ne è convinta l’opposizione, che questa mattina, in una conferenza stampa, ha mosso critiche per la scelta in Commissione di un affidamento, che sarebbe arrivato troppo in fretta. Hanno spiegato la propria posizione in vista dell’approdo della questione celestiniana nella prossima seduta del Consiglio comunale. A ripercorrere l’iter amministrativo è stato il consigliere Alessandro Pantaleo, il quale, ricordando  “tre commissioni” dal 10 ottobre scorso e uno “stesso copione” attuato, chiede come mai per lo chalet, che include il bar, ci sia stato affidamento diretto, quando è stato pubblicato il bando per i chioschi (che scade il 16 febbraio). Ha sottolineato, dunque, una “scelta ambigua per un nuovo affido alla stessa associazione nella medesima maniera, restando su un progetto datato 1999. E’ un atteggiamento di cattivo gusto per altre associazioni. Si dovrebbe pensare a costruire qualcosa di più ampio per tutta la popolazione”.

Secondo il capogruppo di Forza Italia, Luigi La Civita, “Siamo tornati indietro di 16 anni, l’amministrazione non ha un progetto e questa situazione è lo specchio dello stato di agonia di chi tenta di sopravvivere con questi atti”. Sulla stessa linea d’onda anche il consigliere Alessandro Lucci; mentre il capogruppo socialista, Mario Sinibaldi ha sostenuto che si debba modificare la delibera, concedendo una proroga all’associazione, puntando a un progetto più ampio per un polo importantissimo per turismo e cultura. Ha specificato: “nulla contro l’associazione celestiniana”, ma contro una volontà di concludere in maniera sbrigativa. Ha dovuto precisare, inoltre, Sinibaldi che le sue idee, dentro o fuori la maggioranza, restano tali.

Che ci sia “ambiguità” nella vicenda lo ha affermato il consigliere Mimmo Di Benedetto, criticando un affidamento in bianco senza sapere quel che si vuol fare in quell’area. “E’ uno spossessamento di potestà” ha commentato “qual è la necessità di rinnovare per altri sei anni una concessione che non è ancora scaduta?”. Ha, poi, tenuto a precisare che il suo interessamento per l’associazione dei volontari delle Frazioni sarebbe finalizzato ad aiutarli a trovare una sede “ben diverso è chiedere una sede da un’affidamento di un’area”.  Il consigliere Gianfranco Di Piero ha premuto sul fatto che “da questo atto si evince l’assenza di una visione in termini strategici delle politiche culturali”, tirando fuori l’esempio di un teatro senza programmazione e di un cinema chiuso. Ecco, dunque, che ha incalzato sulla necessità di fare un ragionamento più approfondito sull’importanza e potenzialità di un’area che è un patrimonio storico importantissimo.