SMALTIMENTO ILLECITO RIFIUTI, ANCHE UN SULMONESE TRA GLI ARRESTATI

Anche un sulmonese è finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Terre d’oro”, della Forestale e diretta dall’Antimafia dell’Aquila che ha portato a bloccare un importante smaltimento illecito di rifiuti speciali, terre e rocce da scavo.  Cinque misure cautelari, 18 avvisi di garanzia, sequestri per equivalente di 3 milioni di euro e sequestrati oltre 400 mila metri cubi di materiale. Sono i risultati della maxioperazione, che riguarda reati come traffico illecito di rifiuti speciali e discarica abusiva, illustrata questa mattina in una conferenza stampa dal comandante regionale del Corpo forestale dello Stato Ciro Lungo e dal responsabile del Nipaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del Corpo forestale dello Stato) di Pescara, Annamaria Angelozzi. Sono accusati a vario titolo e in concorso di diverse fattispecie di reati ambientali, Filippo Colanzi di 50 anni di Chieti, Carmen Pinti di 47 anni di Bucchianico, Gianluca Milillo di 43 anni di Sulmona, Massimiliano Di Cintio di 42 anni di Pescara.

“Una doppia contabilità nel trasporto di terre e rocce da scavo: una falsa, di facciata, che soddisfaceva i requisiti di legge, l’altra nascosta e reale”. Con questo stratagemma, spiegato dal comandante regionale abruzzese del Corpo forestale dello Stato, Ciro Lungo, gli indagati nell’inchiesta coordinata dalla direzione distrettuale antimafia sono riusciti a trasportare illegalmente oltre 500 mila tonnellate di materiale, con la creazione di discariche abusive per una superficie stimata di 10 ettari. Le terre e rocce da scavo, è stato ricordato, “possono andare in deroga alla norma sui rifiuti a patto che ci sia un piano di utilizzo e vengano salvaguardati i terreni, altrimenti vanno smaltite secondo i vincoli dei rifiuti speciali”. L’inchiesta riguarda una ditta specializzata in movimento di terra, la Emoter Srl, che ha preso numerosi subappalti ingannando gli appaltatori principali con falsa documentazione sullo smaltimento delle terre che, invece, venivano rivendute o utilizzate come riempimento.
“L’indagine è nata da un controllo casuale del 2011 a Pescara, in un cantiere per la realizzazione di una concessionaria di auto: i documenti di trasporto prodotti dalla ditta attestavano che i materiali fossero stati portati in modo regolare, secondo il piano di utilizzo, ma dagli autisti della ditta, sentiti a sommarie informazioni, siamo riusciti a capire che il movimento di terra era irregolare”. Così ha spiegato la genesi dell’inchiesta Annamaria Angelozzi, responsabile del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale (Nipaf) del Cfs di Pescara.
“Siamo riusciti a portare alla luce una contabilità informatizzata occulta in cui venivano registrati tutti i movimenti. Quei materiali sono stati depositati sui dei siti senza nessuna autorizzazione urbanistica o edilizia. Alcuni erano siti importanti, sottoposti a vincolo idrogeologico, altri con un’elevata pericolosità idraulica, come quello vicino al centro commerciale Megalò”