RISCHIO VALANGHE, MONTAGNA HI-TEC E ACCESSIBILE, PRESENTATO PROGETTO SAE

Una montagna aperta e pienamente fruibile ai diversamente abili che guardi con la dovuta attenzione alla sicurezza. E’ il senso del progetto SAE – Sicurezza Ambiente Energia – presentato oggi a Pescara nel corso di una conferenza stampa alla quale ha preso parte anche il vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli. Il progetto prevede la realizzazione di un software in grado di valutare il rischio di valanghe, che consente di avviare le procedure di monitoraggio e controllo, fino alla chiusura delle piste interessate; carrozzelle innovative e tecnologiche, gestite attraverso un tablet, per permettere ai disabili di muoversi liberamente nelle aree montane; dispositivi di guida vocali per consentire agli ipovedenti di passeggiare in montagna; sistemi innovativi, procedure unificate e standard piu’ elevati per quanto riguarda la sicurezza degli utenti. Il progetto parte da Roccaraso per arrivare alle vette di tutta Europa, attraverso il progetto di ricerca.

La ricerca, che delinea un modello innovativo replicabile ovunque, e’ stata realizzata da tre Pmi del comprensorio sciistico dell’Alto Sangro – Sifatt, Monte Pratello e Pizzalto – con due collaboratori specialistici, ovvero il consorzio Montagna Amica e la societa’ Altevie, e con il supporto della Facolta’ di Ingegneria dell’Universita’ dell’Aquila. Il progetto, andato avanti per piu’ di due anni impegnando oltre 20 esperti, e’ stato finanziato con le risorse del Por Fesr Abruzzo 2007-2013 destinate al Polo di innovazione ed e’ costato 750mila euro. Nell’ambito del progetto e’ stato elaborato anche un Piano di sicurezza attiva per la gestione del rischio valanghe: una carta di probabile localizzazione del rischio ed un software specifico consentiranno di valutare, caso per caso, quando e dove le condizioni sono critiche, permettendo cosi’ di avviare le procedure di monitoraggio e controllo.

Tre, in sintesi, gli obiettivi del progetto: il miglioramento delle condizioni di sicurezza degli impianti di trasporto, attraverso un sistema di interventi basati su controlli attivi realizzati in continuo e sulla loro finalita’ secondaria di ottimizzare i processi di manutenzione industriale; la riduzione dei costi ambientali ed energetici necessari alle attivita’ turistiche nel loro complesso, mediante un sistema articolato di opere ed interventi destinati alla riutilizzazione delle acque per innevamento programmato, con risparmi di oltre mezzo milione di euro all’anno, alla migliore gestione dei consumi per autotrazione e all’ottimizzazione dei consumi energetici attraverso politiche di Energy management; il miglioramento delle condizioni di accessibilita’ ai principali servizi turistici del comprensorio, quali impianti di risalita, piste da sci e locali annessi, per gli utenti diversamente abili. Per il comprensorio sciistico dell’Alto Sangro gli interventi previsti nel progetto sono gia’ in parte realta’ ma i risultati della ricerca hanno valenza europea e possono essere applicati ad altri comprensori sciistici regionali.

E’ tutto riportato in un volume di oltre 600 pagine presentato nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del vicepresidente della Regione, Giovanni Lolli, del presidente di Federfuni Abruzzo, Fabrizio Di Muzio, del presidente del Consorzio Skipass Alto Sangro, Bonaventura Margadonna, del presidente del Consorzio Montagna Amica, Doriano Di Benedetto, di Pierluigi Beomonte Zobel dell’Universita’ degli studi dell’Aquila e del responsabile del Progetto S.A.E., Marco Cordeschi

E’ un progetto veramente innovativo – ha detto il vicepresidente Lolli – che vede la montagna abruzzese in prima linea, in Europa, sul fronte della sicurezza e della fruibilita’. Per noi, come Governo regionale, che vogliamo avviare proprio sul comparto montagna una politica di sviluppo in grado di elevarla ad eccellenza turistica, iniziative del genere non possono che essere salutate con favore soprattutto perche’ confermano il messaggio innovativo che il turismo di montagna abruzzese ha sempre dato in campo nazionale. Non e’ secondario poi il fatto che tale progetto possa essere replicato in altri comprensori del nostro Appennino”