PUNTO NASCITA, FACCHINI “LA PARTITA NON E’ CHIUSA”. ECCO UNA SOLUZIONE (video)
Che la partita non sia ancora chiusa in merito alla soppressione del punto nascita di Sulmona ne è convinto il responsabile del Tribunale dei diritti del malato, Edoardo Facchini, il quale sostenendo che, nonostante vada di moda l’antipolitica di questi tempi, <la politica è ancora quella che decide>. Va al di là della fredda logica dei numeri (che parlano di un tetto massimo di 500 parti, di contro ai 328 nel 2013 contati nell’ospedale sulmonese) e sostiene che la <chiusura del punto nascita non l’ ha decisa nemmeno un tavolo tecnico in cui si è detto che lì dove non c’è sicurezza si chiudono i punti nascita. Afferma che <Bene ha fatto il consigliere Gerosolimo a scrivere la lettera al presidente D’Alfonso, ma sembra troppo dolce e sconsolata. Queste non sono battaglie che vanno fatte con gentilezza come per chiedere un favore> ha commentato Facchini < Non si può chiudere un punto nascita quando si inaugura la costruzione di un ospedale che avverrà in tempi brevi (e di cui Facchini è entusiasta perchè sa che la ditta ha interesse a rispettare i tempi per rientrare economicamente quando riconsegnerà la struttura ndr) è un controsenso. E vorrei sapere chi è quel politico che vorrebbe assumersi la responsabilità -piacevole di aver promosso una nuova struttura- e spiacevole nell’ aver tolto un punto nascita ad un ospedale nuovo. E’ inconcepibile>. Il responsabile del Tdm parla di una soluzione <che possa rimediare all’urgenza> se il problema è la sicurezza, proposta di carattere tecnico, che sarebbe stata condivisa anche dal sindaco, come ha spiegato Facchini in conferenza stampa,<potrebbe essere previsto uno spostamento di posti letto nell’ala nuova, spostando alcuni diversi reparti, tutto in un anno, in attesa della nuova struttura (che prevede 135 posti letto), mentre l’ala nuova ne contiene di più>. In sostanza, secondop il Tdm il punto nascita potrebbe andare temporaneamente nell’ala nuova, nel reparto di ortopedia, <recuperando venti posti letto di cui dieci a medicina e dieci all’ospedale di Castel di Sangro, che ne è privo e nel periodo turistico necessita di essere rivitalizzato>. Il punto nascita, dunque, necessiterebbe, secondo Facchini, inoltre, di personale, spazi e sicurezza nelle attrezzature.
Il nocciolo della questione, in soldoni, rispetto alle direttive poste dal Ministero che stabilisce il parametro dei 500 parti, risiederebbe nella necessità della Regione di far quadrare i conti, per cui potrebbe risultare non obbligatorio tagliare i punti nascita, ma rimodulare una spesa sanitaria regionale così che pesi meno. Ecco, quindi, l’idea dello spostamento per utilizzare ed ottimizzare tutti i posti letto a disposizione, inutilizzati, che costerebbero anche di più di un punto nascita.