PUNTO NASCITA, IAMPIERI “QUELLO DI SULMONA E’ DA SALVARE”.

<Il punto nascita è una questione politica. Ritengo che debba essere fatta una scelta sul tavolo del Ministero, laddove bisognerà tagliarne alcuni  perchè ci sono dei numeri stringenti da parte del Ministero. Il territorio sulmonese, però, ritengo debba avere una priorità: non si può ragionare con i numeri rigidi, ma bisogna contestualizzare. Noi faremo battaglia affinchè il punto nascita di Sulmona possa essere salvato>. E’ quanto ha dichiarato questa mattina il consigliere regionale (Fdi), Emilio Iampieri, nell’ambito della conferenza stampa sulla costruzione del nuovo ospedale (clicca), sostenendo che tra i quattro punti nascita a rischio chiusura (Ortona, Atri e Penne a rischio chiusura) quello da mantenere sia proprio quello di Sulmona, in quanto territorio il funge da cerniera e da punto di riferimento dell’intero centro Abruzzo, che comprende anche l’Alto Sangro e la zona del popolese, in cui sono stati già soppressi i punti nascita. Una lotta, dunque, che va condotta anche in fretta. Lo scorso ottobre era stata sia approvata all’unanimità dal Consiglio regionale la risoluzione  sulla salvaguardia dei punti nascita abruzzesi che rischiano soppressione, sia, dal Consiglio provinciale concorda, la necessità di una deroga al parametro dei 500 parti annui per salvaguardare il punto nascita nell’ospedale di Sulmona. Intanto a Sulmona, due mesi fa, era partita una raccolta firme promossa dalle organizzazioni sindacali Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil, associazioni e il Tribunale dei diritti del malato, con  progetto e proposte (clicca), affinchè non solo venga salvato il punto nascite, ma venga potenziato.   Purtroppo a Sulmona i numeri parlano di 328 bimbi nati nel 2013, di cui oltre il 50% sono parti con taglio cesareo. (clicca).  Il rischio che il reparto in cui far nascere i propri figli possa chiudere e il timore che, di conseguenza, non sia adeguato a tutte le esigenze delle pazienti,  sono tra gli elementi prioritari che spaventano le giovani partorienti peligne a restare al Santissima Annunziata, le quali si recano, quindi, altrove. Proprio la scelta di partorire in altri ospedali fa registrare al nosocomio sulmonese numeri troppo bassi per la resistenza alla chiusura: il tetto è di 500 nascite all’anno, asticella fissata nel 2012 dal Governo. Una situazione particolare, una questione che torna a farsi pungente e urgente. C’è anche, però, chi non fugge dall’ospedale sulmonese, ma lo sceglie, come fece nel 2013 la campionessa di ciclismo Alessandra D’Ettorre(clicca), o come fecero due genitori che nel gennaio 2013 inviarono una lettera alla nostra redazione per raccontare la loro esperienza, con un appello alle istituzioni  affinchè salvino il punto nascite (clicca)