UN’ALTRA CHIUSURA, QUESTA VOLTA TOCCA A UN’EDICOLA

Un’altra saracinesca che si abbassa a Sulmona. La crisi economica, che in questa città sembra essere ancora più nera, miete un’altra vittima. Chiude i battenti l’edicola di via Cornacchiola, che, da una quarantina di anni, serve un bacino di utenza non poco popoloso, dato che copre una vasta zona compresa tra via Cappuccini, via Pola,  via XXV Aprile, via Togliatti. La crisi dell’editoria, con il calo delle vendite dei giornali, è stato, poi, il colpo di grazia che ha costretto il proprietario, Edoardo Presutti, a chiudere la sua edicola dopo diciotto anni. In questi giorni ha avviato la fase di smantellamento del chiosco, anche se la vendita dei giornali è già cessata dal 1 dicembre. Sembra ancora di sentire l’odore dei quotidiani freschi di stampa tra quegli scaffali grigi vuoti, nessuna rivista infilata in bella mostra, solo qualche gratta e vinci ancora appeso e il vociare, ormai in lontananza, dell’ultimo dei romantici abituato a ritrovarsi davanti l’edicola a fare salotto, commentando le notizie del giorno con i vicini di casa. Ma questa volta senza tenere tra le mani i giornali. Continuano ad entrare i clienti. Sorpresi. Dispiaciuti. Amareggiati per i tempi neri, forse un po’ spaesati, perché privati dell’abitudine di recarsi in edicola anche solo per una ricarica del cellulare o per tentare migliore sorte con un gratta e vinci.

E pensare che un anno fa la fortuna era passata proprio per quell’edicola, rendendo milionaria una donna di origine moldava, la quale da disoccupata era divenuta “turista per sempre” con un gratta e vinci (clicca). Incrementando, poi, le vendite di quel tipo di biglietti. Sorride il proprietario, quando qualche cliente bontempone scherza accostando la vincita milionaria alla chiusura dell’edicola. <Magari!> esclama Presutti <Mi sarebbe bastato anche solo che la signora avesse mantenuto la promessa tornando a salutarmi con un piccolo ringraziamento, forse mi avrebbe potuto aiutare a non mollare>. Nonostante il giornalaio sia prossimo alla pensione, confessa di avere ancora tanta voglia di fare <Mi sarebbe piaciuto poter continuare a lavorare qui. Mi ero affezionato anche ai tanti clienti che venivano a trovarmi quotidianamente.  Ormai, però, riuscivo a vendere solo una quindicina di quotidiani in tutto al giorno, troppo pochi rispetto al passato per poter produrre guadagni accettabili>. Un crollo di vendite della carta stampata che, tra spese, tasse (tari, tasi, internet e telefono) pagamento del suolo pubblico (circa 150 euro),  ha segnato margini di guadagno troppo esegui per poter continuare l’attività. Su poco meno di una ventina di punti vendita di giornali a Sulmona (di cui poco più di una decina i chioschi)  ben quattro edicole in due anni, fino al 2013, hanno abbassato le saracinesche. Una situazione che s’inserisce in un quadro più ampio, dove si contano circa 12 mila  edicole costrette a chiudere in Italia dal 2005 al 2013, con stime di chiusura per altre 10 mila nel triennio 2014/2017.  <La mia speranza è ancora quella che l’edicola possa riaprire nuovamente con un altro gestore> afferma l’edicolante, specificando di aver messo in vendita da qualche tempo l’attività, ma al momento nessuna risposta è arrivata. O meglio, qualcuno si sarebbe fatto avanti, ma le banche sembra non abbiano agevolato il desiderio dei giovani.  <Eppure è un bel mestiere, a contatto con la gente> conclude l’edicolante <nonostante i sacrifici e la levataccia di buon mattino.  Chissà che un giorno io non trovi un altro modo per tornare a lavorare in questo chiosco a cui sono affezionato. Purtroppo senza i mie giornali>

 

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