“COMUNICARE L’AMBIENTE IN UNA REGIONE DI MONTAGNA”
Migliorare il rapporto di comunicazione tra i Parchi e i giornalisti, soprattutto per l’assenza di uffici stampa negli enti, comunicare l’ambiente in una regione montana, saper leggere la montagna e offrire un punto di vista diverso di una realtà complessa che necessita di essere raccontata, non solo attraverso la cronaca nera con incidenti, calamità naturali e decessi di orsi. E’ quanto emerso dalla conferenza che si è tenuta questa mattina nell’Abbazia celestiniana a Sulmona, sede del Parco nazionale della Majella, organizzata dall’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo in collaborazione con la Commissione Centrale TAM del Cai. Ad aprire i lavori il presidente dell’Odg, Stefano Pallotta, seguito dal direttore del Parco nazionale della Majella, Oremo Di Nino, dal presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Antonio Carrara, dal giornalista, direttore rivista Montagne 360 del Cai, Luca Calzolari, dal presidente Commissione Nazionale Tam del Cai, Filipppo Di Donato, e dal presidente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e giornalista Arturo Diaconale. Inevitabile è stato non dedicare ampio spazio all’orso da parte dei vertici dei Parchi, Majella e Pnalm, soprattutto alla luce dei fatti di Pettorano sul Gizio, in merito alle ripetute incursioni dell’orso e alla triste morte di un plantigrado per mano dell’uomo. Se da una parte nel suo intervento Diaconale ha esposto la problematica di una comunicazione difficile, affrontando il discorso da entrambi punti di vista, essendo egli anche giornalista, dall’altra Carrara ha fornito anche un dato che sull’orso risulta essere una buona notizia: 64 cuccioli di orso bruno marsicano sono nati nel Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, a fronte di 24 morti e una cinquantina presenti al momento. Sebbene il censimento della popolazione del plantigrado nel Parco, riguardante sette anni, dal 2006 al 2014, sarà presentato nel Gennaio 2015. Che oggi si parli poco di montagna è quanto sottolineato dai rappresentanti del Cai, premendo sulla necessità di imparare a leggere la montagna, fornendo dati e ponendo questioni affinchè si prenda consapevolezza di ciò che rappresenta, ridandole centralità, coinvolgendo la stampa per presentare l’ambiente montano nelle modalità complete, inteso come incontro di diversi elementi territoriali. Le escursioni come conoscenza del territorio, una montagna in cui l’uomo diventa attore e non come luogo marginale come viene vista oggi. Questo in sostanza il messaggio lanciato nell’iniziativa che ha avuto anche il patrocinio del Cai nazionale.