CHIUDE GUARDIA MEDICA A CAMPO DI GIOVE: OPPOSIZIONE (PD) ATTACCA D’ALFONSO. INSORGE IL COMITATO
Chiude la guardia medica di Campo di Giove dal primo dicembre prossimo, insorgono comitati cittadini e l’opposizione comunale del Pd attacca il governatore regionale. Minacciano i cittadini di riconsegnare le schede elettorali al Prefetto, come annunciarono anche il 3 Agosto scorso, quando protestarono, in occasione del “treno dei parchi”, davanti al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso che, con la sua Giunta partecipò al viaggio sulla Sulmona Carpinone (clicca). Critiche arrivano dal Consigliere comunali del Pd, Liborio D’Amore, ritenendo, in una nota, che <approvare entro il 30 novembre la richiesta di proposta avanzata dai Sindaci e il giorno successivo chiudere un presidio di sanità territoriale che dovrebbe valorizzare il territorio, non crediamo sia una buona partenza>. Spiega che <nell’incontro della Giunta Regionale d’Abruzzo del 20 agosto (clicca), era stato annunciato un provvedimento di continuità assistenziale notturno e festivo che avrebbe soddisfatto le esigenze della nostra comunità. Sono trascorsi tre mesi dall’incontro e due dalla data del nuovo incontro fissato e mai tenuto dal Presidente D’Alfonso, apprendiamo che il provvedimento annunciato e che dovrebbe partire dal prossimo 1 dicembre è che la sede di continuità assistenziale ex guardia medica di Campo di Giove sarà chiusa e quindi esclusa dall’ assistenza sanitaria territoriale, mentre, entrerà a far parte della rete di emergenza-urgenza per cui secondo voci ricorrenti, a presidio, sarà istituita un’ambulanza della Croce Rossa Italiana con autista e infermiere durante il periodo notturno e nei giorni festivi mentre l’assistenza medica è garantita solo come guardia medica turistica per sei mesi l’anno>. Secondo il consigliere <la riorganizzazione del servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) è dovuta principalmente a ridurre la spesa sanitaria e non crediamo che la spesa futura, in termini finanziari assoluti, sarà inferiore a quella attuale dopo la chiusura, senza contare la ricaduta negativa sui costi sociali ed economici della nostra comunità. L’aver abbandonato lo spiraglio aperto dal Direttore Generale della Asl e dall’allora sub-commissario per il rientro dal debito sanitario dott. Giuseppe Zuccatelli, confermato nell’incontro del 6 maggio, che aveva in qualche modo recepito la difficile posizione orografica del nostro paese con il conseguente mancato rispetto dei tempi di percorrenza, specialmente nel periodo invernale, per raggiungere il presidio ospedaliero di Sulmona, riteniamo che sia stata una scelta frettolosa e senza la dovuta considerazione da parte delle nuove autorità sanitarie regionali.> In questa situazione, commenta il consigliere <è chiaro che era molto difficile non sopprimere la sede di guardia medica nell’ambito della riorganizzazione generale, però non si comprende come si possa pensare di risolvere il problema localmente o con interventi a latere, senza intervenire, visto che si è creata l’occasione, nella discussione avviata dai Sindaco di Sulmona, componente del comitato ristretto dei Sindaci della Asl, con i colleghi delle Tre Valli d’Abruzzo per la realizzazione del progetto pilota finalizzato alla costituzione di un “territorio omogeneo e di riferimento, attribuendo allo stesso l’alto valore ambientale, paesaggistico, culturale, artistico ed architettonico. Area di riferimento per il turismo culturale, religioso ed ambientale della Regione Abruzzo, da tutelare e valorizzare con precisi e puntuali interventi legislativi, economici e infrastrutturali”>
Dal canto suo il comitato, che si definisce <indignato>chiede un Consiglio comunale urgente in merito. <A soli dieci giorni dalla chiusura> sostiene <nessuno delle nostre istituzioni sia in grado di darci risposte certe e documentate. Più volte, sia in forma scritta che in forma verbale abbiamo infatti richiesto informazioni che non hanno però avuto nessuna risposta concreta>. I cittadini, come raccontano, riuscirono <ad ottenere la promessa dal governatore che sarebbe tornato a Campo di Giove per risolvere il problema della chiusura del servizio di continuità strutturale> spiega il comitato pro-guardia medica, che si formò proprio in quell’occasione. D’Alfonso partecipò ad un’assemblea nell’Oasi di San Francesco il 20 agosto in cui il presidente prorogò un servizio, in sostanza, dal destino segnato (clicca). <Aveva promesso che entro 30/40 giorni sarebbe tornato nel nostro paese per dare una soluzione definitiva. Verba volant.>