METANODOTTO, COMITATI “MOMENTO DECISIVO: REGIONE MANTENGA IMPEGNI”

“La conclusione della Conferenza di Servizi sulla centrale e la rimessa degli atti sul tavolo del Governo nazionale, apre uno scenario estremamente delicato e fondamentale: è la partita decisiva il cui esito dipende tutto dal ruolo che la Regione vorrà e saprà giocare”. Comincia così il commento dei comitati sulmonesi per la salvaguardia territorio, all’indomani della Conferezna dei servizi al Ministero. Gli ambientalisti locali auspicano che la Regione mantenga gli impegni presi nella maxi assemblea a Sulmona, ribadendo la propria contrarietà, espressa giâ dai cittadini e tutti gli enti in maniera formale,

“Per il governatore Luciano D’Alfonso, che ha dichiarato che “la Regione non intende essere il cameriere dello Stato”, è questa l’occasione per dimostrare quale peso e capacità il Governo regionale intende mettere davvero in campo nel far valere i diritti inalienabili dei cittadini abruzzesi.” Affermano i comitati “Il Presidente D’Alfonso e il Vice Presidente Lolli, unitamente ai Parlamentari ed ai politici presenti all’assemblea del 22 settembre al cinema Pacifico, hanno preso degli impegni precisi nei confronti del territorio.

L’epilogo di questa lunga vicenda, iniziata molti anni fa, è tutto nelle mani del governatore D’Alfonso e del Presidente Renzi: saranno loro, nel bene e nel male, ad assumersene pienamente la responsabilità di fronte ai cittadini.
Con la legge “sblocca Italia” si regala il nostro Paese alle multinazionali del petrolio e del gas che ne decidono la politica energetica ed il governo ne è il fedele esecutore: per questo la vicenda Snam assume un significato fortemente emblematico.
Se passa l’imposizione dall’alto di un’opera così devastante, contro la volontà di tutti gli Enti locali ribadita in Conferenza di Servizi, ciò significa che i cittadini e gli amministratori pubblici che essi eleggono non contano più nulla e saremo tutti non solo camerieri, ma ridotti al rango di sudditi perchè saranno solo le multinazionali ed i loro interessi affaristici a disporre del nostro territorio a loro piacimento e senza alcun ostacolo. Ma questa sarebbe la morte della democrazia e del territorio, perché ci costringeranno a soccombere alla «dittatura di un’economia senza volto e senza uno scopo veramente umano» (documento CEAM Abruzzo e Molise).
Perciò ci aspettiamo che il governatore D’Alfonso e la giunta regionale mostrino la schiena dritta e, sul progetto Snam, non cedano alle imposizioni di un governo nazionale accentratore; ci aspettiamo che la Regione impugni davanti alla Corte Costituzionale la legge “sblocca Italia” e che difenda il titolo V della Costituzione il quale stabilisce che per le decisioni in materia energetica occorre l’intesa tra Stato e Regione.
Per quanto attiene alle modalità con le quali si è svolta la Conferenza di Servizi, continuiamo a considerarla illegittima. Essa, a nostro avviso, non poteva essere convocata sulla sola centrale Snam, stante l’unitarietà del progetto che comprende metanodotto e centrale, né potevano essere ignorate dalla responsabile del procedimento le questioni di merito sollevate dalla Regione, quale la mancanza della Valutazione Ambientale Strategica, la necessità della V.I.A. unica e la superficiale valutazione, da parte della Snam, delle alternative di tracciato.
Riteniamo, pertanto, che la Regione debba contestare la decisione di chiudere la Conferenza ed attrezzarsi affinché quello con il Governo nazionale sia un confronto vero e a tutto campo. Per le gravi carenze riscontrate è necessario che la Regione chieda la revisione delle decisioni assunte dalla Commissione Nazionale Via.
Occorre, inoltre, una valutazione dei costi e benefici di un’opera quale la “Rete Adriatica”, la cui utilità è fortemente in dubbio visto il costante calo dei consumi di gas sia a livello nazionale (47,19 mld di mc. primi 9 mesi 2014) che europeo (18% in meno nel primo semestre 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013).
Per quanto concerne le alternative la Regione, insieme al rispetto della norma recentemente approvata che prevede sei mesi per il confronto con il Governo nazionale, deve esigere” concludono i comitati nella nota ” la piena applicazione di quanto deciso dalla risoluzione approvata con voto unanime dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, la quale “impegna” il Governo a disporre la modifica del tracciato del metanodotto, stante le forti criticità riscontrate sia per quanto riguarda il rischio sismico che per l’ elevato impatto ambientale dell’opera.”