RANALLI E CASCIANI “SULMONA NON E’ DECLASSATA”
SULMONA – Nessuna graduatoria, Sulmona non è da considerare declassata. Non è piaciuto ai vertici di palazzo San Francesco sentir parlare di Sulmona come declassata ad area intermedia, secondo l’analisi eseguita dall’economista sulmonese Aldo Ronci (clicca), la cui conseguenza sarebbe l’esclusione dalla strategia regionale per le aree interne la Valle Peligna e l’Alto Sangro. Per approfondire la questione e capire la situazione, si sono rivolti al Ministero dello Sviluppo economico il Presidente del Consiglio di Sulmona Franco Casciani insieme al Consigliere comunale Maria Ciampaglione (PD). Dopo aver visionato la risposta arrivata dal Coordinamento Strategia Nazionale Aree Interne del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo del Ministero, il sindaco Peppino Ranalli ha dichiarato, attraverso un comunicato stampa, che <non esiste nessuna graduatoria, nessun declassamento, ma una maggiore attenzione alle debolezze strutturali del paese. Invito chi fino ad ora ha interpretato il lavoro altrui per gettare fango sulla nostra città a lasciar perdere e a concentrarsi maggiormente sullo studio di proposte e alternative per superare, insieme, un periodo molto difficile per tutta l’Italia>.
<La graduatoria o classificazione di cui parla il Professor Ronci non esiste> spiega Casciani <ma esiste solo una identificazione di quali siano aree interne e quali non lo siano, in base a criteri oggettivi di distanza dei servizi e soprattutto dati anagrafici relativi alla tendenza più o meno grave del fenomeno dello spopolamento>. Aggiunge il presidente <Sulmona, pur essendo un’area svantaggiata per molti motivi, non rientra in questa classificazione, in quanto offre servizi minimi accettabili e non è in via di spopolamento>. Conclude il Consigliere Ciampaglione: <Noi non vogliamo negare che esistano dei problemi che vanno affrontati e vanno risolti urgentemente, però non riesco a capire perché prendere uno studio realizzato secondo un accordo di Partenariato tra Stato e Regioni, fatto per operare una migliore individuazione delle cosiddette aree supersvantaggiate, e stravolgerne il senso che è semplicemente quello di intervenire in maniera prioritaria e in totale trasparenza su queste zone in cui Sulmona non rientra.>