L’ULTIMO SALUTO AL BARONE TABASSI

SULMONA – Rullo di tamburi come rintocchi di campane a morte, bandiere rossoverdeoro listate a lutto e un corteo silenzioso di parenti, amici, hanno accompagnato, lungo Corso Ovidio, il feretro del barone Giacomo D’Alessandro Tabassi, conosciuto come Mimì, uno degli ultimi nobili di Sulmona, trovato privo di vita da due turiste lo scorso giovedi mattina nel giardino del suo splendido palazzo in via Ciofano (clicca).  Una cerimonia funebre breve e composta quella che, nel primo pomeriggio di oggi, don Sergio Gabriele ha celebrato nella chiesa di San Francesco della Scarpa, tra semplicità, sobrietà e un composto dolore nel cuore di quanti hanno voluto bene a Mimì. Il corteo guidato dai ragazzi del sestiere di porta Bonomini, a cui il barone era affezionato, è partito da palazzo Tabassi, la sua abitazione in cui ieri sera era stata allestita la camera ardente, visitata da tante persone per l’ultimo saluto all’amico. Dagli esami effettuati sul cadavere è emerso un trauma facciale riportato in seguito ad una caduta dalla balconata del palazzo, dove il barone, 81enne, viveva solo.  <Era un uomo buono e generoso> hanno ricordato molti dei suoi amici, <l’unico che non ha battuto ciglio nel metterci subito a disposizione le stanze del suo palazzo dopo che il sisma aveva reso inagibile la nostra sede e questo non lo abbiamo mai dimenticato> ha ricordato comosso Angelo Palozzi, capitano del sestiere Bonomini. Tanti gli aneddoti legati al barone, dallo spiccato accento sulmonese, raccontati con affetto dagli amici, che hanno partecipato oggi al funerale. Loro i quali pensano che a portarsi via il loro amico possa essere stata un’accidentalità, un malore o un giramento di testa fatale che lo avrebbe fatto cadere dalla balconata finendo nel giardino, con ancora ai piedi le sue pantofole. Non ha voluto mancare oggi al rito funebre  il popolo di Bonomini per  l’ultimo omaggio al barone. Con il profondo rispetto di sempre.

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