METANODOTTO, DI NINO ATTACCA “I 30 GIORNI: UN CONTENTINO. IMMOTIVATO ENTUSIASMO DELLA REGIONE”

<L’aggiornamento a 30 giorni della Conferenza di Servizi sul metanodotto Snam a Sulmona, non è in alcun modo un segnale positivo>. E’ quanto afferma la vicepresidente della Provincia dell’Aquila, Antonella Di Nino, che ha preso parte all’incontro che di ieri al Ministero dello Sviluppo Economico, criticando l’operato della Giunta regionale che prima  <annuncia in pompa magna che quella della Snam deve essere una battaglia comune e poi diserta i tavoli romani, dove si può realmente fare la differenza è decisamente una strategia che non porterà a nulla>. In una nota la Di Nino evidenzia, riferendosi alla decisione sul metanodotto rimandata di un mese,  che  <questo “contentino” è la dimostrazione di quanto siano controproducenti le scelte politiche dell’attuale esecutivo regionale, per la zona di Sulmona e di tutta la Valle Peligna. Sei ore di acceso dibattito per rinviare ancora di trenta giorni la chiusura della conferenza di servizi e, dunque, porre fine ad una questione che i cittadini della Valle Peligna stanno aspettando da troppo tempo. Un immotivato entusiasmo per un rinvio che avrebbe senso solo se fosse stata aperta la trattativa del tavolo istituzionale; lo stesso tavolo che proprio il Governatore ha interrotto. Mi chiedo: è servita a qualcosa quella brusca interruzione? Allo stato dei fatti, direi proprio di no! Peraltro, l’assenza del Presidente Luciano D’Alfonso e del suo vice Lolli (quest’ultimo, peraltro, già a Roma in attesa dell’inizio della vertenza Burgo ma non presente sul nostro tavolo), ha posto l’accento su quanto, il Governo regionale, sia effettivamente interessato alle istanze della Valle Peligna.

Guardando indietro, si apre uno scenario a dir poco preoccupante per la nostra terra – prosegue la Di Nino – il silenzio assordante sullo stallo amministrativo per i Fondi Fas, nonostante i progetti ultimati e approvati; l’esclusione della Valle Peligna dagli aiuti dei Fondi Europei, con la sola eccezione di Sulmona; il punto nascite di Sulmona che rischia di chiudere definitivamente ed ora questa strategia politica della Regione per trattare la problematica relativa al metanodotto Snam. Dunque, è evidente che la attuale Giunta regionale continua ad illudersi che rinviare, possa essere una soluzione valida, pur se non concreta. Eppure, stiamo parlando di coloro che, in occasione delle elezioni regionali, hanno promesso una gestione volta alla realizzazione di opere per il rilancio del territorio. I grandi proclami di riaprire tavoli istituzionali, le comparsate in assemblee pubbliche dove annunciare in pompa magna che quella della Snam deve essere una battaglia comune e poi disertare i tavoli romani, dove si può realmente fare la differenza è decisamente una strategia che non porterà a nulla. Gli unici a saldare il conto saranno proprio i cittadini e l’intero territorio, che paga già lo scotto di una crisi economica e occupazionale generale. Ad ogni modo, arriverà anche il momento in cui i medesimi saranno chiamati a dare conto dei mancati risultati ma per ora, il Governo Regionale non si illuda che 30 giorni siano tanti! Anzi, troppo pochi: e, allora, all’opera per riaprire quel tavolo Istituzionale interrotto e rimasto oggi l’unica speranza. Diversamente, si abbia il coraggio di dire a chiare e tonde lettere che si è “gettata” la spugna e si inizi a trattare per una vera e concreta contropartita.

Ritengo> conclude <che questa Valle non abbia più necessità di imbarcarsi in battaglie dal risultato scontato ma celato da illusioni: troppe ne sono state fatte e tutte sono state perse! Se questa politica delle battaglie del No (apparentemente unitarie) sino ad oggi non ha ripagato questo Territorio, è bene prenderne atto e iniziare a ragionare in termini di giuste compensazioni che  mirino a non depauperare ancora di più un tessuto già allo stremo. Allora basta nel dire NO a tutto; basta ai proclami sul NO……tutto ciò sta anche portando alla distrazione dai reali problemi da cui siamo colpiti e mi riferisco, nello specifico, all’assenza di lavoro con una disoccupazione dilagante e ad un mancato sviluppo ormai troppo pesante”.