OFFESA ALLA CITTA’, CASCIANI SCRIVE AL CAPO DELLO STATO

SULMONA – Offesa alla città e alla Valle Peligna. Scrive al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il presidente del Consiglio comunale di Sulmona Franco Casciani per quella frase pronunciata ieri durante la riunione tecnica sul metanodotto al Ministero per lo Sviluppo Economico, alla presenza dei vertici della Regione Abruzzo e del sindaco di Sulmona, convocata per discutere, con il viceministro Claudio De Vincenti e i rappresentanti della Snam, un’alternativa al tracciato del metanodotto Sulmona-Foligno.  <Definire: “Sulmona e la Valle Peligna zone marginali, ai piedi di una catena montuosa” è una vergognosa offesa, come lo sarebbe per ogni altra porzione di territorio italiano. Il tutto mosso a sostegno, non di una pubblica necessità, ma dello spasmodico bisogno di un lucro economico> scrive Casciani, riportando le parole che sarebbero state dette da un rappresentante della Snam, come ha riferito in una nota il vicepresidente della GiunTa regionale Giovanni Lolli raccontando, dopo aver abbandonato il tavolo, che “di fronte a una lettura che noi riteniamo equivoca e superficiale, che la Snam ha dato del territorio della Valle Peligna, come rappresentanti politici e istituzionali della Regione Abruzzo, non potevamo far finta di niente”.

Casciani nella missiva indirizzata al capo dello Stato ha appellato l’episodio come “gravissimo” .  Scrive  “apprendo, stupefatto ed incredulo, la notizia riportata dalle principali testate giornalistiche abruzzesi e nazionali, delle gravissime affermazioni sostenute da imprecisati dirigenti della società Snam, nel corso del tavolo tecnico convocato dallo stesso Viceministro Claudio De Vincenti” . L’offesa, ribadisce il presidente del Consiglio comunale è “mossa alla città di Sulmona, alla Valle Peligna ed all’Abruzzo, è un offesa all’Italia”, avvenuta in un Ministero. “Il popolo Sulmonese e quello tutto della Valle Peligna ha contribuito con l’estremo sacrificio alla liberazione dell’Italia (qui nacque il fervore della gloriosa Brigata Maiella) e per il suo contributo è stata insignito di medaglia d’argento al valor militare” aggiunge Casciani, elencando i personaggi illustri a cui Sulmona ha dato i natali, come “Cosma dei Meliorati (Papa Innocenzo VII), Giuseppe Capograssi, Panfilo Serafini, Antonio De Nino, Giovanni Pansa, Carlo Tresca e molti altri e da ultimo, ma non ultimo, spicca il sommo poeta Ovidio di cui ci apprestiamo a commemorare il bimillenario della morte nel prossimo 2017. I nostri luoghi” prosegue Casciani “hanno condiviso importanti momenti storici, basti pensare alla fondazione dell’ordine dei Celestini da parte di Celestino V, che visse proprio nell’ Eremo costruito sulle pendici di quella “catena montuosa”, ai piedi della quale iniziò a costruire la bellissima Abbazia celestiniana, a Madre Teresa di Calcutta, nostra cittadina onoraria ed alla storia pre romana di Sulmona (la vicinissima Corfinio fu capitale della lega italica), al meraviglioso centro storico, rimasto unico in Abruzzo a seguito del tremendo terremoto del 6/4/2009, all’infinita dote culturale contemporanea tra cui il “Premio Sulmona” di pittura e giornalismo, “il premio Capograssi” di filosofia del diritto, il “Premio Internazionale Caniglia” di canto lirico, il “Certamen Ovidianum Sulmonense”, il “Freedom trail”, ovvero il percorso attraverso il quale anche il Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi trovò la propria libertà dai tedeschi, grazie al generoso coraggio dei nostri concittadini”. Continua parlando dell’alto valore paesaggistico ed ambientale del nostro territorio, al centro di quattro Parchi Nazionali e di Riserve naturali.

Si rivolge al Presidente Napolitano e ne invoca l’intervento al fine di restituire “la giusta dignità al comprensorio peligno, che per norma costituzionale gode degli stessi diritti e doveri di qualsiasi porzione del territorio della nostra amata Italia. Facciamo sì che non venga meno l’alto senso dello Stato e che questo, anche a seguito dell’ atteggiamento irrispettoso segnalato, possa trasformarsi in senso di paura dello Stato medesimo dal quale doversi difendere e non essere difesi”.