COMUNE NON RINNOVA CONVENZIONE CON CASA SANTA ANNUNZIATA
SULMONA – Preoccupazione in città per le sorti dei beni immobili simbolo di Sulmona come la Chiesa dell’Annunziata, il Campanile annesso, il Palazzo dell’Annunziata con l’auditorium, gli spazi per il museo, la cappella del Corpo di Cristo, ed altre importanti strutture monumentali come la chiesetta di San Rocco in piazza Garibaldi e la chiesa di San Cosimo. Il Comune, a tre mesi dalla scadenza, non ha rinnovato, al momento, la convenzione per l’usufrutto annuale gli immobili della Casasanta dell’Annunziata , che corrisponde a circa 70 mila euro (compreso il pagamento delle elevate bollette per l’illuminazione notturna del campanile, simbolo della città, tanto che l’enete questa estate è stato costretto a lasciarlo al buio). Con molta probabilità le casse magre di palazzo San Francesco sono la motivazione. Lo scorso 6 Luglio i vertici dell’Ente hanno scritto una lettera fatta recapitare a palazzo San Francesco, sollecitando il pagamento del canone di affitto in quanto da tre mesi il Comune risulta essere abusivo in quelli che sono i luoghi simbolo della città, che ospitano spesso concerti, mostre, manifestazioni culturali. Si rischia che il complesso venga chiuso, come ha spiegato l’ex presidente della Casa Santa dell’Annunziata Luigi Di Massa, ad oggi legale dell’Ente. Si teme un disinteresse da parte del Comune per un patrimonio di tradizione millenaria che di fatto appartiene alla città. Le origini infatti risalgono al 1376, derivante anche da lasciti dei Signori di Sulmona, risultando, dunque, un ente un tempo ricco, che ad oggi conterebbe uscite superiori alle entrare, nonostante le proprietà in attivo, e ancora fondamentale per il suo ruolo sociale in città, basti ricordare l’ospedale ospitato a palazzo dell’Annunziata, l’orfanotrofio. Nessuna risposta al momento è arrivata dalla residenza municipale. A sollevare perplessità anche il rischio che la Casa Santa dell’Annunziata non resti gestita dai sulmonesi, come naturali padroni di casa, con il rinnovo dei componenti dell’organismo straordinario, oggi Asp (azienda speciale per il Patrimonio) dopo la legge regionale di riforma Ipab (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza), in vista di quanto i nominati non sarebbero residenti in città. Non una protesta o una polemica questa, ha specificato Luigi Di Massa, ma un invito alla città a salvaguardare le sorti di questi luoghi che appartengono alla storia e al patrimonio di Sulmona.