SBIC AL SINDACO “TI CAPIAMO MA NON TI GIUSTIFICHIAMO”
Tra critiche e sarcasmo. <Sindaco Ranalli, ti capiamo. Ma non ti giustifichiamo perché quello che è successo era ben prevedibile>. E’ quanto afferma il gruppo Sbic in una lettera aperta all’indomani di un incontro avuto ieri tra gli esponenti del movimento Sulmona Bene in Comune e il sindaco Peppino Ranalli. <Sei stato eletto dai sulmonesi e a loro devi rispondere> scrive Sbic <Non ai vari gruppetti organizzati che si fanno la guerra per avere il loro piccolo strapuntino. Soltanto se riscatterai il tuo ruolo di primo cittadino, in Consiglio Comunale, potrai dare una speranza a Sulmona, che guarda sempre più depressa la vacuità della tua inazione amministrativa>. Critica Sbic la situazione di stanby dell’amministrazione <Capiamo le tue difficoltà> scrive il movimento civico <Non è bello veder scomparire uno dopo l’altro i consiglieri della tua maggioranza. Consiglieri giovani sui quali, sicuramente, contavi. Ora cerchi il sostegno di ex oppositori pur di tirare a campare per qualche altro mese, fino alla prossima pretesa che non puoi accontentare. Capiamo le tue difficoltà. Segretari comunali che fuggono non facilitano certo il difficile lavoro amministrativo. E le promesse solenni prese in campagna elettorale e dopo la fantastica vittoria al ballottaggio restano sulla carta, lettera morta. In oltre un anno, la tua amministrazione ha portato a termine solo quei progetti avviati dalla Giunta Federico. Ti capiamo, non è un bel bilancio, finora.Altre volte abbiamo offerto la nostra collaborazione per costruire un progetto per la città. Ma tu hai sempre scelto altri compagni di strada, legato alle coalizioni basate su pacchetti di voti e sulle clientele e non sulle idee. Noi di SBiC, lo hai verificato di persona, abbiamo un altro metodo, altre regole: la partecipazione alla discussione, la condivisione e la trasparenza sono i pilastri su cui si regge il movimento. Ieri, lunedì 15 settembre, ci siamo riuniti in assemblea> conclude Sbic <Eravamo in tanti e volevamo ascoltare il capogruppo del PD, Alessio Di Masci, che aveva chiesto l’incontro. Lo avremmo ascoltato attentamente e avremmo posto pure tante domande, come è nostro costume. Ma Di Masci si è tirato indietro, non è venuto, facendoci graziosamente sapere che “Peppino avrebbe ricevuto una piccola delegazione”. Per dire che? Per fare che?Per offrirci l’ambito ruolo di rianimatori di un’amministrazione in coma?Chissà!>