CHIUSURA PUNTO NASCITE, MASTRANGIOLI “SERVE UNA DEROGA AL PARAMETRO DEI 500 PARTI”
Una deroga al parametro dei 500 parti annui che l’ospedale di Sulmona deve raggiungere per evitare la soppressione del punto nascita. E’ il nocciolo della questione, ciò che la Regione debba concedere secondo il capogruppo consiliare del Pd in Provincia, Enio Mastrangioli, il quale ha depositato ieri un ordine del giorno al Consiglio provinciale chiedendo al Presidente della Provincia e alla Giunta Provinciale di intervenire sollecitando la Giunta Regionale. <Auspico> sottolinea Mastrangioli, che <l’intero Consiglio Provinciale faccia proprio l’Ordine del Giorno e produca il massimo dell’impegno per difendere e mantenere un presidio importante per il territorio peligno e del centro-Abruzzo>.
Ritiene inaccettabile la chiusura il consigliere, in quanto le donne per partorire sarebbero costrette a percorrere chilometri dal luogo di residenza, aumentando i rischi per sè stesse e per i nascituri < a causa della carenza dei Servizi Strutturali di Trasporto Materno (STAM)>, spiega Mastrangioli. Dipinge un quadro difficile che rispecchia una realtà che stanno vivendo le future mamme nei paesi dell’Alto Sangro, da quando è stato soppresso il punto nascite nel centrale ospedale di Castel di Sangro. Solo sette centri resterebbero in Abruzzo: L’Aquila, Pescara, Chieti, Teramo, Avezzano, Vasto e Lanciano, secondo la Conferenza Permanente Stato-Regioni che ha sancito l’accordo secondo cui occorre “razionalizzar/ridurre i punti nascita con numero di parti inferiori a 500/anno entro il 2012 e successivamente di 1000/anno”. Un ’accordo firmato con l’ex Ministro alla Salute Fazio.
Il rischio che il reparto in cui far nascere i propri figli possa chiudere è tra gli elementi che spaventano le giovani partorienti sulmonesi, dirottandole altrove. Ma proprio la scelta di partorire in altri ospedali fa registrare numeri troppo bassi per la resistenza alla chiusura. Una situazione particolare, in sostanza. Negli ultimi mesi prima dell’estate al Santissima Annunziata sono stati 120 i parti, cifre che non consentirebbero la salvaguardia del reparto, dato che il tetto massimo sarebbe quello di trecento. Asticella prima abbassata dopo la soglia dei 500 fissata nel 2012 dal Governo. Dopo due anni torna a farsi pungente la questione. C’è anche, però, chi non fugge dall’ospedale sulmonese, ma lo sceglie come la campionessa di ciclismo Alessandra D’Ettorre (clicca) e la testimonianza di due genitori che nel gennaio 2013 inviarono una lettera per raccontare quel che di buono offra il nostro territorio, con un appello alle istituzioni affinchè salvino il punto nascita, che nulla ha da invidiare a quelli di altre città. La favola deve continuare (clicca)