ECCO I VINCITORI DEL IX PREMIO “CROCE”
PESCASSEROLI – Ad aggiudicarsi il Premio “Benedetto Croce”, giunto alla sua IX edizione, sono, per la narrativa Chiara Frugoni, con il romanzo “Perfino le stelle devono separarsi”, edito dalla casa editrice Feltrinelli. Si tratta di un’opera nella quale l’autrice torna alle proprie origini, la magia dell’infanzia sospesa tra lago e monti, sulla sponda bergamasca del Sebino, rivive in un centinaio di pagine che trasportano il lettore nella dimensione atemporale del sogno, dentro una civiltà apparentemente remota, la cui luce torna a risplendere con la forza della rivelazione, in un viaggio nella memoria alla ricerca di se stessi.
Per la saggistica, il vincitore è il volume “I corrotti e gli inetti: conversazioni su Machiavelli” edito Bompiani, scritto a quattro mani da Antonio Gnoli e dal professor Gennaro Sasso. Un giornalista e uno storico della filosofia si confrontano sull’attualità del pensiero di Machiavelli, nel 500º anniversario della pubblicazione del “Principe”.
Dall’incontro tra i due interpreti e dalle loro conversazioni, nascono le domande che l’attuale crisi politica ha reso ineludibili in un testo che rivela tutta la sua attualità: l’etica in politica, i confini dell’esercizio del potere, l’errore e la responsabilità personale. Un’analisioriginale, a tratti estrema, che attraverso cinque secoli di storia e filosofia politica, riflette sull’attuale crisi dello Stato e sulle conseguenze del destino dell’uomo contemporaneo. Per il giornalismo letterario i vincitori sono Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, due nomi alla ribalta del giornalismo d’inchiesta italiano, con il libro “Se muore il Sud”. L’opera fotografa in modo realistico una situazione delirante circa le responsabilità di una certa classe politica del Sud, ingorda e inconcludente, che sta traghettando il Mezzogiorno verso la rovina. Non si tratta di antimeridionalismo, né di “caccia alle streghe”, ma di un’ampia riflessione su un territorio colmo di tesori d’arte e cultura e anche pieno di risorse lavorative e imprenditoriali coraggiose e dimenticate. Una terra che vanta beni economici preziosi, come l’agricoltura (ma anche il petrolio!), e che potrebbe trainare una buona parte dello sviluppo dell’intero Paese, ma che vive da sempre una crisi che sembra senza fine, con disagi e problemi che l’hanno portata in molte sue parti al degrado. Il Premio alla memoria” di quest’anno è intitolato a Margherita Hack, a cui verrà dedicato il simposio pomeridiano che si terrà venerdi 1° agosto nella Sala Convegni del Parco a Pescasseroli. Saranno presenti il Professor Roberto Buonanno direttore dell’Osservatorio Astronomico “Collurania” di Teramo, il Professor Stefano Borgani Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Trieste, il Professor Remo Ruffini Presidente dell’International Center for Relativistic Astrophysics (PE) e il Professor Gian Gabriele Ori del Dipartimento di Ingegneria e Geologia dell’Università di Chieti. Dall’anno scorso le indicazioni della giuria del Premio vengono integrate con il parere di sei “Giurie popolari” di cui cinque sono composte da classi scolastiche.
La giuria del Premio è presieduta dal Professor Natalino Irti, giurista, avvocato e docente universitario alla Sapienza di Roma, nonché presidente in carica dell’Istituto di Studi Storici di Napoli. Gli altri componenti della giuria sono la scrittrice Dacia Maraini, Paolo Gambescia (ex direttore del Mattino e del Messaggero), il linguista Francesco Sabatini Presidente onorario dell’Accademia della Crusca e professore emerito all’Università Roma Tre, Costantino Felice, docente di storia economica alla facoltà di Scienze Manageriali dell’Università “D’Annunzio” di Chieti-Pescara, autore di numerosi studi storici
sul Mezzogiorno d’Italia, i Ferdinando di Orio, medico, ex rettore dell’Università dell’Aquila, Alfio Signorelli, docente di Storia moderna all’Università dell’Aquila e membro del Cda del rettorato dell’Università dell’Aquila.Quest’anno, per la prima volta, i premiati e la giuria si recheranno la domenica 3 agosto nel paese d’origine della famiglia paterna di Benedetto Croce, Montenerodomo in provincia di Chieti: un piccolo centro di montagna al cospetto della Maiella, sul quale il
filosofo scrisse famose pagine di riflessione storica e sociale sulla borghesia e gli intellettuali del Sud. Il paese è rinato dopo la distruzione totale (che ha raso al suolo anche il palazzo Croce) ad opera dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Venerdì 1 e sabato 2 agosto si terrà a Pescasseroli (AQ) [nella Sala Convegni del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e al Cinema Rinascimento] la IX Edizione del Premio Nazionale di Cultura “Benedetto Croce”.
Pescasseroli, al centro del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è il paese materno e luogo di nascita (1866) di Benedetto Croce, a cui è dedicata la manifestazione.Nel corso di questi anni il premio è riuscito a dar valore ad alcuni giovani scrittori tra cui Antonio Pascale, vincitore per la narrativa nel 2006, oggi voce contro il problema degli OGM e volto del programma “Le Invasioni Barbariche”, Mariolina Venezia vincitrice nel 2007 e Rosella Postorino nel 2009. Fra i nomi celebri, ricordiamo il primo vincitore per la saggistica Giorgio Napolitano, premiato prima che diventasse Presidente della Repubblica.