GIOVANI SULMONESI RISCOPRONO LA CHIESA DI SAN MATTEO
Fino ad oggi dimenticata e abbandonata tra l’erba, volontari muniti di macchine fotografiche riscoprono la chiesa di San Matteo. La struttura, che si trova nel centro storico, a pochi passi da porta Romana, (probabilmente risalente al XVI secolo), oggi quasi del tutto crollata, lascia visibile sia un bellissimo affresco (forse del ‘600) nella lunetta sovrastante la porta d’ingresso, sia un’apertura sul lato destro della porta (che una volta ospitava la ruota per l’abbandono di neonati), oltre ad alcuni bassorilievi al suo interno, posti sul muro su cui una volta doveva trovarsi l’altare. Attraverso un reportage fotografico pubblicato sulla pagina Facebook “Gotico Abruzzese”, alcuni giovani della Valle Peligna, spinti dalla passione per l’arte, hanno tirato fuori dal dimenticatoio i tesori artistici. “Volevamo realizzare un piccolo reportage fotografico per dar modo alla città di ammirare, forse per l’ultima volta, uno dei suoi tesori dimenticati” – spiega Antonio Secondo, fondatore e curatore di Gotico Abruzzese – “L’emozione nel rinvenire l’affresco, oggi coperto dall’edera, la ruota, i bassorilievi, il pavimento della chiesa è stata per noi unica e volevamo condividerla con i nostri concittadini. Ringraziamo l’attuale proprietario per averci dato questa possibilità e speriamo che la Soprintendenza possa fare qualcosa, almeno per l’affresco, anche se la vedo proprio difficile”.Il team che gestisce la pagina, composto da un archeologo, uno studioso d’arte classica, un videomaker e semplici appassionati, è solito recarsi in avanscoperta alla ricerca di strane storie, curiosità, luoghi abbandonati o dimenticati. Lo scopo della pagina, aperta un anno fa, è proprio quello di raccontare un Abruzzo diverso, fatto di antiche leggende contadine, paesaggi spettrali e scorci atipici rispetto ai classici paesaggi da cartolina tipici di questa Regione.
Ecco, dunque, l’intenzione di regalare ai sulmonesi la possibilità di rimirare uno dei suoi luoghi dimenticati, ma ancora carichi di fascino:, come appunto la chiesa di San Matteo. La struttura fu di proprietà della famiglia dello storico sulmonese Emilio de Mattheis, che, in seguito a lavori di restauro nel 1650, ne acquisì il perpetuo patronato. Rilevata poi dalla famiglia Sanità, di cui fino a poco tempo fa recava lo stemma sulla porta d’ingresso, la chiesa passò nelle mani di diversi proprietari, fino ad oggi, in cui le sue aree risultano divise tra più intestatari.Sul lato posteriore dell’edificio è possibile ammirare uno spazio delimitato dalle mura della Circonvallazione Occidentale e dal perimetro del lato sud del Vescovado. Questo ampio terreno era una volta destinato alla coltura di ortaggi e alla compravendita di bestiame.
Clicca qui per vedere il reportage fotografico completo http://on.fb.me/VbK1AP