TESSERA SANITARIA BLOCCATA, GIUDICE ACCOGLIE RICORSO (intervista video)
INTERVISTA AVVOCATO CATIA PUGLIELLI
Il diritto di credito non può prevalere su quello alla salute. E’ stato accolto dal giudice del lavoro del tribunale di Sulmona, Ciro Marsella, il ricorso d’urgenza presentato dal Tribunale per i diritti del malato di Sulmona in difesa di una donna sulmonese di mezza età, alla quale la Asl aveva bloccato la tessera sanitaria perché morosa. L’azienda sanitaria dovrà riabilitare il tesserino sanitario ed erogare gratuitamente sia gli esami urgenti richiesti dal medico di base che tutti gli esami necessari per la cura della patologia per la quale è stata rilasciata la tessera di esenzione ticket. Il giudice ha condannato la Asl, anche al pagamento delle spese processuali. Una sentenza che apre le porte ad altre decine di migliaia di ricorsi in tutt’Italia visto che nella sola Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila sono più di 1700 i cittadini che si erano visti bloccare la tessera sanitaria. Caso sollevato nei giorni scorsi dai responsabili del Tribunale del malato (clicca) , ai quali i tantissimi utenti si erano rivolti dopo che avevano ricevuto una lettera che annunciava il blocco della tessera sanitaria oppure dopo che si erano visti impossibilitati a prenotare visite o prestazioni sanitarie al cup. Situazioni che affondano le origini a 2011, venute a galla in questi mesi. “Abbiamo cercato un colloquio con la Asl cercando di risolvere il problema al di fuori delle aule giudiziarie” ha detto in conferenza stampa nella sede del Tdm, l’avvocato Catia Puglielli, la quale ha curato il ricorso, “non è stato possibile per l’ostinatezza dell’azienda nel voler proseguire nella sua azione. Abbiamo ribadito il principio della Corte Costituzionale di ragionevolezza per cui non può essere inibito l’accesso a una prestazione sanitaria nè bloccata una tessera sanitaria perché il diritto alla salute e alla cura non può essere violato per un diritto di credito”. “Riteniamo che un diritto di credito –conclude l’avvocato Puglielli – dovrebbe esser, come succede per tutti i cittadini italiani, accertato giudizialmente.Il cittadino dev’essere posto in condizioni di poter replicare allo stato perché in alcuni dove ci sono stati errori, dopo di che è possibile attuare le conseguenze previste normativamente”.