UN ANNO DALLA MORTE DEL CANDIDATO SINDACO FULVIO DI BENEDETTO DURANTE LE ELEZIONI

E’ trascorso un anno dal decesso di Fulvio Di Benedetto, lo stimato igegnere candidato sindaco deceduto improvvisamente durante un incontro elettorale (la cronaca: link e l’addio della città: link).  <Ti vogliamo ricordare con affetto e  riconoscenza, consapevoli che la tua anima è viva nei nostri cuori e  nel nostro lavoro, ispirato com’è dal seme generatore di un tuo grande  progetto. Grazie di tutto, ci hai insegnato ad osservare nel prossimo  una fonte di preziosa unità; potenziale creazione: noi abbiamo pensato  di chiamarla futuro>.  Scrivono così, in un ricordo affidato a un comunicato stampa, i componenti delle liste che un anno fa corsero alle elezioni amministrative a sostegno del candidato sindaco Fulvio Di Benedetto: LeAli per Sulmona, Sulmona al Centro, Sulmona Democratica e Sulmona Futura. Le cinque liste di “Sulmona Unita” furono costrette a continuare la corsa, spinti da una sorta di scatto d’orgoglio (clicca) , tra silenzi e confusione, chiedendo lo stop della competizione, ma alle urne tantissimi cittadini, tra dubbi e pietas, scelsero di votare il candidato, pur sapendo che non c’era più, raggiungendo la sfida al ballottaggio (incassando il 26,99%) con l’attuale primo cittadino Ranalli (clicca). Il vuoto normativo, poi, per un caso anomalo come la morte di un candidato sindaco durante la campagna elettorale in un comune sopra i 15 mila abitanti, non permise il prosieguo della corsa, lasciando il posto al terzo piú votato, l’attuale consigliere comunale Luigi La Civita, oggi all’opposizione insieme a tre liste di “Sulmona Unita”.  Alcuni delle cinque liste della coalizione (con le firme anche di alcuni cittadini) decisero di intraprendere la strada legale presentando ricorso al Tar dell’Aquila, per l’annullamento delle elezioni amministrative (clicca link). Ricorso, poi, rigettato lo scorso Ottobre  (clicca) , e ripresentato, successivamente (escluso la lista socialista) al Consiglio di Stato. Responso atteso entro, forse, venti giorni.