CINQUE PUNTI, “CINQUE STALLE”, GLI ALLEVATORI CHIEDONO IMPEGNI AI CANDIDATI

Di solito si dice: dalle stelle alle stalle. Magari, rispondono in Abruzzo: perché almeno, in stalla, si sa cosa si produce. Stufi di fumo, i produttori di arrosto chiedono impegni certi, accompagnati da cifre e dalla sottoscrizione di cinque punti. Cinque, come “Cinque Stalle” è il nome del loro Movimento, ma non certo in senso dispregiativo: perché è di stalle vere, che stiamo parlando. Quelle che danno valore al nostro territorio, aggiungono, perché sono un presidio a tutela della biodiversità, dell’ambiente, della resistenza delle popolazioni in aree sempre più abbandonate, e – non ultimo – produttori di formaggi e carni squisite. Che ricevono riconoscimenti internazionali, ma non vengono valorizzate e difese proprio qui, dove ancora queste aziende resistono. Basta con i balletti di cifre e promesse: il Movimento Cinque Stalle chiede ai candidati una firma e un impegno chiaro. E a tutela dell’impegno preso, prevedono l’istituzione di un garante per l’attuazione del programma.
Tra le richieste del Movimento Cinque Stalle ci sono gli Strumenti efficaci (marchi regionali uniformi, certificazioni chiare, accordi con gli enti sul territorio per evitare duplicazioni e confusioni) per la riconoscibilità dei prodotti delle aziende montane e pastorali. Marchi e certificazioni, che vedano il pieno coinvolgimento dei parchi e degli enti di tutela dell’ambiente, che diano garanzie a consumatori e produttori, mettendo in chiaro dove, cosa e come si produce, e che certifichi che queste aziende rappresentano un presidio e una garanzia per la conservazione del territorio. Secondo punto: la revisione di un sistema dei controlli e autorizzazioni bizantino, che ha costretto a chiudere mattatoi e a cessare le attività di molte aziende. Uniformità delle procedure, semplificazione, atteggiamento collaborativo, coinvolgimento dei produttori in tutte le fasi: perché la lotta è comune e va fatta contro chi falsifica la nostra identità e i nostri prodotti, danneggiando la nostra economia. Terzo: Un piano di azioni concrete che renda possibile l’insediamento di imprese per giovani in cerca di occupazione, istituendo una rete che superi l’assistenzialismo, fornendo assistenza “anti-burocratica”, e servizi reali alla produzione e alla commercializzazione, con la messa a disposizione di spazi per le vendite dirette collettive. Quarto punto: Istituzione per legge o provvedimento dell’accorpamento delle aree disponibili, pubbliche e private, attualmente in stato di abbandono, sul modello della “Banca della terra” già esistente in alcune regioni, in modo che possano costituire base territoriale per lo sviluppo di aziende agricole, che attualmente soffrono anche per la frammentazione fondiaria. In ultimo punto: Riconoscimento e pieno coinvolgimento nella programmazione e in tutti gli interventi delle associazioni volontarie dei portatori di interesse, perché solo lavorando insieme si possono ottenere risultati per il nostro territorio, i nostri prodotti pregiati, la nostra economia
Alla firma dei cinque punti del Movimento Cinque Stalle farà seguito l’istituzione di un vero e proprio Garante, figura terza incaricata di vigilare sull’effettiva attuazione del programma: i candidati dovranno indicare puntualmente le misure e i fondi, insomma quanto “vale” in soldoni la politica della montagna per ogni candidato. Una sfida non facile, alla quale i candidati devono sottoporsi per guadagnarsi le sudate Cinque Stalle.