METANODOTTO, COMITATI “CHIODI NEGHI INTESA CON LO STATO”

“Il governatore Chiodi non perda altro tempo e neghi subito l’intesa con lo Stato sul pericoloso progetto della Snam, attuando le decisioni del Consiglio Regionale”. Tornano alla carica i comitati sulmonesi per la salvaguardia del territorio, all’indomani della bocciatura  da parte della Corte Costituzionale della legge regionale sulle centrali di compressione in aree sismiche. Secondo gli ambientalisti questa decisione della Consulta “non può costituire un alibi perché, per negare l’intesa, non c’è bisogno di una legge. Si veda l’esempio della Giunta regionale dell’Emilia e Romagna che ha detto no al deposito sotterraneo di gas a Rivara (MO), in piena zona sismica, senza avere una normativa specifica, ma  invocando  il principio di precauzione. Anche la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha riconosciuto la necessità di spostare il metanodotto e la centrale di compressione su un diverso tracciato, proprio a causa della elevata pericolosità sismica dei territori attraversati. Ma il governatore Chiodi” incalzano i comitati “pur avendo ottimi argomenti per difendere la legge regionale, ha preferito fuggire dalle proprie responsabilità. Così la Regione non solo non si è costituita in giudizio, ma la Giunta ha  addirittura approvato una delibera con cui dà pienamente ragione  alle tesi del governo nazionale. Il comportamento arrendevole del governo regionale ha sicuramente favorito il giudizio negativo della Corte, della quale rispettiamo la sentenza anche se non la condividiamo” sostengono gli ambientalisti.

“La normativa regionale, infatti, non avrebbe comunque potuto impedire la realizzazione della centrale, ma avrebbe indotto la Snam a trovare una diversa collocazione, così come chiedono da anni ormai tutti gli Enti istituzionali.  Ciò che maggiormente sorprende, nella sentenza della Corte, è che le scelte relative alla localizzazione delle grandi infrastrutture energetiche siano considerate di fatto indiscutibili e prevalenti su diritti costituzionalmente garantiti come quello alla salute  e alla sicurezza dei cittadini. Come interpretare , infatti, il passaggio della sentenza in cui si arriva ad asserire che lo studio preventivo della risposta sismica locale, previsto dalla legge regionale,  “interferisce illegittimamente con il procedimento di localizzazione e realizzazione di impianti di interesse nazionale ponendo un ulteriore aggravamento procedurale”? Ci  limitiamo ad osservare che questo “aggravamento procedurale”, oltre ad essere dettato dal buon senso non è altro che ciò che aveva prescritto, al riguardo, la Commissione nazionale V.I.A. 

Al di là della bocciatura della legge resta il fatto che opere così fortemente impattanti come quella progettata dalla Snam non  possono essere calate d’autorità sulla testa dei cittadini, ma vanno discusse e condivise con i territori coinvolti. E’, questo, un principio elementare della democrazia, principio che però è stato ripetutamente calpestato da tutti i governi che si sono finora succeduti. Ma ora il governo Renzi si appresta a fare di più e di peggio: con la riforma del titolo V della Costituzione e, quindi, con l’avocazione allo Stato della esclusiva competenza in materia di energia, verrà fatto un regalo enorme  alle multinazionali del petrolio e del gas che potranno fare ciò che vogliono senza che le Regioni e quindi i cittadini, abbiano alcun potere per opporsi.  Ci auguriamo che in Parlamento siano in molti a dare battaglia perché ciò che sta passando pressoché sotto silenzio, rappresenterebbe in realtà un colpo micidiale per la nostra democrazia”.