“MADONNA CHE SCAPPA”, IN MIGLIAIA ALLA CORSA PIENA DI GIOIA
SULMONA – É andato tutto bene. Si abbracciano i confratelli lauretani, piangono per la buona riuscita della bellissima corsa della “Madonna che scappa” incontro al figlio Risorto. Una manciata di secondi, dieci, dodici, sembrano infiniti, l’attesa, il pathos, attimi di tensione in crescendo, passo cadenzato che oscilla lentamente. É circa mezzogiorno, all’altezza del Fontanone parte la corsa liberatoria, carica di quelle fortissime emozioni, preghiere e buoni auspici. Cade il manto nero della Vergine, il fazzoletto bianco tra le mani della statua lascia il posto ad una rosa rossa, l’abito verde prende il posto del lutto, volano i colombi bianchi ed é la gioia nei cuori. Cristo é risorto. Tutto si ripete, come ogni anno, come da secolare tradizione, tra le emozioni che tolgono il fiato e stringono i cuori trepidanti e palpitanti.
Piazza Garibaldi é strapiena, come non mai, gremita in ogni angolo. Sui balconi, sulle terrazze. Si contano circa 20 mila persone, tra visitatori e sulmonesi legati al culto da sempre, da credenti e non, sotto un cielo azzurro inaspettato in una mattina di Pasqua che i meteorologi annunciavano piovosa. Un bel regalo per i tantissimi turisti, sulmonesi e ed emigrati tornati in patria proprio per godersi questa splendida manifestazione, quest’anno inserita tra le dieci piú belle d’Italia, dedicate alla Pasqua, Skycanner, motore di ricerca di voli internazionali dedicato al turismo e al tempo libero. I protagonisti lauretani della quadriglia che ha corso, scelta come tradizione vuole, il Lunedi Santo, sono stati Davide Cistersiense e Guido Cistersiense (due cugini), Emidio Ricottilli e Giovannucci Domenico. Alla guida Francesco De Santis.
Il rito, organizzato dalla Confraternita di Santa Maria di Loreto affonda le origini, probabilmente, al 1860. Prima la solenne messa officiata all’aperto in piazza Maggiore dal Vescovo Angelo Spina. I tre tentativi di San Pietro e San Giovanni di convincere la Madre addolorata della resurrezione del Figlio. Il portone della chiesa di San Filippo si apre. Cresce l’emozione e il silenzio regna tra la folla. Surreale e suggestivo. Moltissimi i fotografi, fotoreporter e cameramen pronti a non perdersi un passo da immortalare.
Lentamente la statua della Madonna con l’abito nero esce dalla Chiesa di San Filippo Neri. Arriva al centro della piazza, ondeggia a passo cadenzato, quasi per trasmettere la sua incredulità, che sta per volare via con i colombi. E’ all’altezza del Fontanone: “Pronti, a puz’, via” (pronti a polso via) è l’ordine del capo sacrestano d’onore. Giù il manto, il volo dei colombi e via alla corsa per abbracciare idealmente Cristo Risorto che attende la Madre gioiosa nei pressi dell’acquedotto. Dove si trovano il Vescovo, il sindaco, Peppino Ranalli, il presidente del Consiglio comunale, Franco Casciani, la senatrice Paola Pelino, le autoritá militari e religiose.
<È Dio che rimane> ha detto il Vescovo < per alcuni sembrano segni di buoni auspici, ma la fede non ha bisogno di queste credenze e superstizioni>. La processione poi sfila per le strade del centro storico davvero pieno come accade poche volte l’anno in cittá.
E’ il momento dei ringraziamenti, dello scambio di auguri di Buona Pasqua, con l’auspicio che questo possa essere un anno migliore, ricco di serenità per tutti.