CINQUANTA CANDELINE PER IL NEGOZIO DI FUA’, LA STORIA CONTINUA DAL 1883
Aveva cominciato suo nonno Davide, vendendo tessuti, stoffe e mantelle nel 1883, poi, toccò al figlio Guido coglierne l’eredità, con il negozio lungo Corso Ovidio vicino la scalinata della Rotonda di San Francesco, chiamato “Magazzini Popolari Guido Fuà fu Davide” , ad oggi è Sandro Fuà che continua a far vivere la tradizione nel settore dell’abbigliamento nel centro storico di Sulmona, festeggiando oggi mezzo secolo di attività commerciale. Che, in tempi di crisi, in cui moltissimi negozianti sono costretti a chiudere, celebrare il cinquantesimo anniversario suona come una resistenza. Tanti amici e clienti questa mattina sono entrati complimentandosi con Sandro e sua moglie Marisa, proprio per essere riusciti a tramandare il marchio di famiglia, nel cuore storico di una città invasa, ormai, da cartelli “vendesi” e “affittasi” su locali rimasti vuoti. Il negozio, che oggi si trova tra la Fontana del Vecchio e il quadrivio, è cambiato negli anni, trasformato, adeguato ai tempi, ristrutturato. Sulle pareti cartoline, vecchie foto, antiche fatture, cimeli, articoli di giornale, tracce di storia dell’attività di famiglia che il signor Sandro mostra con orgoglio, raccontando di quando nel 1964 decise di aprire in proprio, dopo aver lavorato con suo padre. Visse anni terribili, con i suoi genitori, ebrei convertiti al cristianesimo, i quali, per non finire nei campi di concentramento , con le leggi razziali del ’38, restarono in clandestinità, affidando i loro otto figli a famiglie sulmonesi, cambiando nome. <Siamo stati i primi a mettere la confezione da donna> ricorda oggi Fuà, ripercorrendo a ritroso velocemente il suo percorso, parlando dei cambiamenti nel commercio in questo mezzo secolo, costretto ad adattarsi al mutare di tempi, mode e crisi. Da quando poteva avvalersi di quattro commesse, trattando anche abbigliamento maschile, ad oggi, in cui, insieme a sua moglie vende abiti da donna, portando avanti la storica attività in vita da 131 anni, con il sorriso che si illumina ancor di più quando nomina la sua nipotina. Chissà se anche con lei la storia continua.