SIMULANO RAPINA E RUBANO IN CASA, ARRESTATI BADANTE E DUE COMPLICI
aggiornamento – Badante romena arrestata insieme ad altri due connazionali dalla polizia di Sulmona con l’accusa di furto aggravato in concorso, dopo che si è scoperta la simulazione della rapina in stile arancia meccanica, messa in scena lo scorso 11 febbraio nell’appartamento di piazza Venezuela, dove la donna lavorava da ottobre scorso per una ultraottantenne disabile.
In quel martedi della scorsa settimana il commissariato di polizia ha ricevuto una chiamata da parte di un uomo anziano che aveva trovato nella sua casa la badante di sua moglie legata a una sedia e imbavagliata e l’appartamento a soqquadro, con oggetti preziosi, gioielli, macchinette fotografiche, cellulari, profumi e bagnoschiuma (per un valore complessivo di 20 mila euro) rubati. Secondo il primo racconto a caldo della badante, Liliana Teodorescu, romena di 33 anni, erano le 12 circa quando, mentre stava cucinando, avrebbe sentito la porta aprirsi e avrebbe visto due persone, a lei sconosciute a detta sua, scagliarsi contro di lei, picchiandola e legandola a una sedia, con sciarpe e foulard trovati in casa. All’arrivo degli uomini della squadra anticrimine di Sulmona, agli ordini della dirigente Francesca La Chioma, la scena che si sono trovati di fronte era verosimilmente compatibile con la ricostruzione fornita dalla romena, la quale, senza mai dare segni di cedimento o insospettire la polizia, avrebbe inscenato anche scenggiate di panico, sostenendo che anche il suo cellulare fosse stato rubato. Con l’ausilio della scientifica di Roma, era stato stilato un identikit. Dalle indagini, attraverso testimonianze, verifiche incrociate di telefonate, appostamenti, gli agenti hanno intuito che poteva trattarsi di una messa in scena, considerando anche l’orario inusuale e la scelta di colpire una famiglia di classe media.
IL FATTO
Secondo la ricostruzione della polizia, comunicata questa mattina in una conferenza stampa, la badante, approfittando della disabilità sia fisica che cognitiva dell’anziana signora, avrebbe prima riempito un borsone con la refurtiva, poi avrebbe messo a soqquadro armadi e cassetti, utilizzando guanti in lattice, attendendo così l’arrivo della sua connazionale Gabriela Marginean di 34 anni (anche lei badante presso un’altra famiglia sulmonese con cui viveva), alla quale avrebbe consegnato la merce rubata. Dopo poco sarebbe arrivato in casa anche Ichim Ionut Rosu, romeno di 29 anni, compagno della Marginean, che avrebbe legato Liliana Teodorescu a una sedia simulando la rapina, rifiutandosi però di picchiarla. Con sangue freddo la badante si sarebbe, allora, lanciata a terra da sola, con la sedia, provocandosi ecchimosi alla schiena. Successivamente la sera le due donne si sarebbero spartite la refurtiva, che è stata solo in parte ritrovata e riconsegnata ai proprietari. Dalle perquisizioni è emerso che i prodotti di profumeria e cosmesi portati via (usati) si trovavano nel bagno della casa in cui viveva la trentaquattrenne, mentre molti oggetti preziosi e in oro erano nascosti in una scatola di stivali. Nei giorni successivi i tre romeni avrebbero continuato a condurre la loro vita nella routine quotidiana.
Molto amareggiata la famiglia colpita, incredula in quanto era convinta all’inizio dell’innocenza della badante che avevano aiutato economicamente.
I tre fermi di indiziato di delitto, eseguiti dalla polizia, sono stati emessi dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Sulmona, Aura Scarsella. I tre romeni, accusati di furto aggravato in concorso, sono finiti in carcere: le due donne nell’istituto di pena di Teramo, l’uomo in quello di Sulmona.