L’ABBRACCIO DELL’INTERA CITTA’ AL PICCOLO SASA’

Palloncini bianchi lasciati volare in alto in un cielo a metà tra il grigio e il sereno al passaggio della bara bianca coperta di fiori, portata in spalla quasi fosse l’immensa e composta folla a sostenerla, tra il suono mesto delle campane e ali di giovani rugbisti in divisa pronti con il picchetto, studenti anch’essi in divisa dell’istituto alberghiero di Roccaraso con in mano cartelloni con su scritto “Non basterà una vita per dimenticarti”, “adesso illumina gli angeli con il tuo sorriso”. In un’atmosfera commovente, dove solo il dolore riesce a farsi sentire in un intenso silenzio, l’intera città ha voluto accompagnare nel suo ultimo viaggio il piccolo Salvatore Di Padova, rugbista quattordicenne, morto in un terribile incidente, lo scorso sabato sull’Altopiano delle Cinquemiglia, in cui è rimasta coinvolta l’intera squadra che viaggiava a bordo del pulmino. Solenne e composta cerimonia funebre, alle 15 di oggi nella cattedrale di San Panfilo, celebrata da Don Maurizio Nannarone, insieme ad altri quattro parroci, accompagnati dal coro della chiesa. In prima fila, straziati dal dolore, il padre e la madre, la quale stringeva forte al petto la palla ovale, simbolo di quello sport che il piccolo Sasà amava tanto praticare. E tutto intorno l’affetto e le lacrime di un’intera città. Amici, parenti, anche semplici conoscenti, compagni delle scuole medie ed elementari che si tenevano per mano e si abbracciavano per sostenersi a vicenda stretti in un timido pianto, amici del catechismo, genitori, insegnanti, istruttori sportivi, il Sulmona Volley e il Sulmona Basket, gli ultras del Sulmona Calcio, l’Asd San Giuseppe Bugnara e soprattutto il popolo del rugby sulmonese e i  giovani rugbisti dell’Aquila, di Avezzano, Vasto, Napoli, insieme ai sindaci di Sulmona, Roccaraso, Pescocostanzo e Corfinio. Tutti ancora increduli per una morte ingiusta che si è portata via una piccola vita.
“Siamo in tanti perchè ognuno di noi prenda e condivida un po’ del dolore che è così grande” ha esordito Don Maurizio nell’omelia, invitando a lasciare che nei nostri cuori prenda il posto la preghiera. Ha chiesto di pregare anche per i giovani feriti, per le famiglie, affinchè i ragazzi possano recuperare presto la buona salute. “Forse in questi giorni ci saremo chiesti in tanti dov’ era Dio in quel momento e quanti <perchè> sono nati nei nostri cuori” ha proseguito il parroco “trasformiamo i perchè in preghiera come ha fatto Gesù. Dalla morte è nata la Resurrezione”. Riprende le parole di Papa Francesco, quando nei giorni scorsi ha ricevuto i rugbisti delle nazionali italiana e argentina, ricordando la sua considerazione del rugby come sport fatto di lealtà e rispetto, dove non c’è la violenza, ma la forza di volontà e la fatica per arrivare a una meta . Una metafora per la vita. “La nostra vita tende anch’essa alla meta” ha ricordato il prete con le parole del pontefice, “ma per arrivarci bisogna correre insieme, passando la palla e alla fine si festeggia”. Don Maurizio ha sottolineato il dolore del distacco, ma poi ha invitato ad alzare lo sguardo verso il cielo e non più sulla bara. “Sasà è vivo, è nel cuore di ognuno” ha detto e rivolgendosi ai genitori ha ricordato loro che “la morte non ha l’ultima parola. Noi preghiamo per alleviare il dolore di chi soffre”.

Al termine della funzione religiosa le cugine e amiche si sono alternate leggendo, con l’emozione in gola, ricordi degli ultimi momenti trascorsi in famiglia con Salvatore, messaggi che raccontavano del loro Sasà a nome anche della sorellina. Un sentito applauso spontaneo ha abbracciato simbolicamente la famiglia Di Padova.
All’uscita ancora tanti palloncini lasciati volare in cielo e il saluto della squadra del Sulmona Rugby in coro, un <hip hip urrà per Salvatore> seguito da un lungo applauso carico di commozione e forte emozione. Una cerimonia che ha lasciato spazio alla speranza come quelle  campane che hanno suonato a festa. Sì a festa, come la chiesa a volte usa per dire addio a piccole anime nel loro ultimo viaggio.

Anche il calciatore del Napoli, Lorenzo Insigne, ha postato oggi sul social Instagram un messaggio per Sasà, grande tifoso della squadra partenopea, aspirando a diventare bravo e  famoso come il giocatore napoletano, magari da rugbista:  “Ciao Salvatore ” ha scritto Insigne  “So che mi guarderai da lassù. Lorenzo”.  g.s.FUNERALE3FUNERALE4FUNERALE5FUNERALE6

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le cugine si sono alternate nella lettura di ricordi

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le campane al termine della cerimonia hanno suonato a festa, come a volte usa la chiesa per salutare le piccole anime nel loro ultimo viaggio

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