SCHIANTO PULMINO RUGBY, ANCORA GRAVE IL GIOVANE AUTISTA

Lotta tra la vita e la morte M.L. di venti anni, di Corfinio, ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale dell’Aquila. Il ragazzo è il più grave dei sette giovanissimi rimasti feriti nel terribile incidente stradale avvenuto ieri sull’Altopiano delle Cinquemiglia, nel comune di Roccapia, in cui ha perso la vita il piccolo Salvatore Di Padova, sulmonese di quattordici anni, originario di Pescostanzo. (clicca), sul cui corpo sarà effettuata l’autopsia.  Il giovane autista è tenuto in coma farmacologico e le sue condizioni sono molto gravi, ma stazionarie. Degli altri sei feriti, due sedicenni, sono in prognosi riservata, ricoverati nel reparto di rianimazione del Santissima Annunziata di Sulmona, ad uno dei due è stata asportata la milza e presenta, inoltre, politrauma maggiore (severo) con fratture al femore destro, lussazione al femore sinistro e fratture ossee nasali all’orbita sinistra. Nei prossimi giorni si deciderà se operarlo al femore destro. L’altro ragazzo, anch’egli in prognosi riservata, ha fratture multiple al bacino e all’omero sinistro, un ematoma alla milza (che per ora però è sotto controllo), un ematoma retro peritoneo, ferite lacero-contuse al volto e al corpo. Il terzo adolescente, anch’egli sedicenne, ricoverato nel reparto di chirurgia è fuori pericolo, tanto che non ha la prognosi riservata. Non corrono pericolo di vita anche  gli altri tre compagni (due di 16 e uno di 15 anni), coinvolti nello schianto, ricoverati nell’ospedale di Castel di Sangro, uno  ha una ferita esterna all’orecchio sinistro e un trauma minore, un altro, quindicenne, ricoverato nel reparto di Ortopedia, ha subito politrauma, lussazione all’anca sinistra, distacco dell’epifisi (non grave), e frattura della base del primo metacarpo destro. Il terzo ragazzo, rispetto agli altri due, ha solo politraumi e, nella sostanza, sta bene. Le notizie sono state comunicate dalle Direzioni sanitarie degli ospedali di Sulmona e Castel di Sangro.

SI INDAGA SULLE CAUSE DELL’INCIDENTE

Domani la Procura affiderà al medico legale l’esame autoptico  sul corpo del giovane rugbysta e la perizia sul mezzo. Gli accertamenti sull’incidente hanno condotto gli investigatori a formulare, tra le ipotesi, un colpo di vento che abbia fatto perdere al guidatore il controllo del pulmino ( ieri quella zona era particolarmente ventosa), l’attraversamento di un animale selvatico o un problema meccanico al mezzo.

“Ero alla guida del pulmino che precedeva gli altri due mezzi e guardando lo specchietto non ho visto più gli altri. Sono tornato indietro e dopo alcune centinaia di metri ho visto il pulmino nella scarpata. Mi sono precipitato per vedere cosa fosse successo, e ho visto che ormai per Salvatore non c’era più nulla da fare”. Aveva le lacrime agli occhi ieri il presidente del Sulmona Rugby, Giovanni Forcucci. Con i ragazzi c’era anche il figlio, rimasto ferito in modo lieve ad una spalla. ”Una tragedia che colpisce la squadra in un momento di felicità per i ragazzi – ha aggiunto -, siamo vicini al dolore del papà e della mamma del rugbista che stanno affrontando il momento più drammatico della loro vita”.

Non si dà pace il padre del piccolo Salvatore Di Padova, come racconta Mario Sessa, genitore di un giovane che gioca in prima squadra, raccontando che addosserebbe la colpa su di sè sostenendo che “Se guidavo io non sarebbe accaduto nulla”.  “È distrutto dal dolore – aggiunge Sessa – e non si da’ pace per aver rinunciato, all’ultimo momento, di guidare il pulmino dei ragazzi, come faceva sempre nelle trasferte”.

 

striscione

La città oggi è sotto choc. Il cielo plumbeo fa da pendant a un surreale silenzio carico di tristezza che irrigidisce strade e vicoli. Uno striscione campeggia sulla ringhiera della circonvallazione orientale, nei pressi di via Japasseri, firmato dai giovani tifosi del Sulmona calcio, che hanno voluto dedicare alla memoria del piccolo Salvatore. Tanti i messaggi di incoraggiamento per il ventenne di Corfinio alla guida del pulmino, rimasto schiacciato nelle lamiere, che lotta tra la vita e la morte nell’ospedale dell’Aquila.