SANT’ANTONIO TRA CANTI, RITI E TRADIZIONI
Sant’Antonio Abate è forse il più celebrato nella Valle Peligna ed è una figura, come ricorda nei suoi scritti Vittorio Monaco, importante della religiosità popolare. Ogni 17 gennaio sono tanti i paesi che rendono onore al Santo protettore degli animali, la cui festa rappresenta da tempi antichi un punto fondamentale del calendario dei contadini, segnando il passaggio dalla stagione invernale alla primavera. La legna che arde, il calore dei fuochi, il freddo pungente dell’inverno, le processioni, le benedizioni degli animali, la distribuzione di doni, i canti di questua, il folklore che dà vita alla tradizione, legata alle simbologie e alle leggende, al rito dei fuochi “purificatori” in onore del Santo. L’accensione dei falò, a sostegno dell’ultima fatica del sole, era legato all’inizio della nuova stagione, un rito, secondo Monaco, proprio di origine solare. Alti falò bruciavano la sera della vigilia, il 16 gennaio, da Sulmona (in cui come a Pratola, Raiano, Scanno e Pettorano sfilano processioni di quartiere o di parrocchia) ad Anversa (in cui coincideva con la festa del patrono San Marcello) da Villalago a Introdacqua e a Pettorano in cui nei quartieri si instaurava un clima di competizione a chi realizzava il fuoco più alto, in altri paesi, invece, i fuochi venivano accesi il 19 marzo, giorno di San Giuseppe (nelle frazioni Marane di Sulmona, Case Sparse di Pettorano e Roccapia).
Oggi l’intenzione è quella di mantenere viva la tradizione e quel legame profondo tra il Santo e la comunità, all’origine del rito della benedizione degli animali.
A Pettorano oggi alle 17.30 accensione del falò in piazza San Nicola.
Tradizionale rito della benedizione degli animali si terrà domenica 19 maggio alle 12 in piazza Garibaldi a Sulmona, iniziativa promossa dall’amministrazione comunale.
A Castel di Sangro oggi alle 16 saranno accesi fuochi nel piazzale antistante il convento della Maddalena sede del museo civico.
Ieri sera nelle frazioni sulmonesi e pratolane molti cittadini hanno dato vita a una manifestazione itinerante, organizzata dall’instancabile comitato di volontari, sulla scia dell’entusiasmo delle diverse iniziative messe in campo negli ultimi mesi arrivando lì dove l’amministrazione non arriva. Un carretto trainato da animali, tra canti di questua e rappresentazioni di Sant’Antonio, allegria e tanta voglia di rendere vive le tradizioni del passato.
”Lu Sandandonio” viene celebrato per tre giorni a Castelvecchio Subequo (foto), dal 16 al 18 gennaio.
Grazie soprattutto agli animatori, Valentino Amicosante nelle vesti del Santo e Venanzio Ricotta in quelle del diavolo. Ad accompagnare, con strumenti tradizionali, du bott, chitarra, fisarmonica e voci: Francesco Frittella, Federico Pavone, Danilo Marinopiccoli, Roberto Celeste, Antonio Silveri, Francesco Frittella, Vittorio Bianchi, Michele Musti, Simone Vacca.
Il 16 e il 17 gennaio, nel centro subequano, sono dedicati soprattutto al giro di questua, bussando porta a porta lungo le strade del paese, per raccogliere le offerte, con canti e sceneggiate itineranti, fra il dispettoso diavolo ed il tollerante Sant’Antonio, ”fino a che lo vede intorno e con un cazzotto gli rompe il corno”. Sabato 18, nella piazza 1 maggio, in un clima di paese festoso, dalle ore 15,30, si svolgerà la benedizione dei mezzi agricoli e degli animali, con degustazione di vino caldo e del piatto tipico dell’evento a base di granturco: “le ciaciotte”.
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