TRIBUNALE. NASUTI E MILANO “NON FINISCE QUI. REGIONI E COMITATI SI RIUNIRANNO A ROMA”
“Nei prossimi giorni, conosciute le motivazioni della sentenza di rigetto del referendum sulla salvaguardia dei Tribunali si riuniranno a Roma i rappresentanti delle Regioni e dei Comitati per decidere altri percorsi parlamentari e giurisdizionali per affermare, ancora, il senso di democrazia delle Comunita’ e degli Enti locali”. Lo annunciano in una nota congiunta i consiglieri regionali Emilio Nasuti e Gino Milano, i quali commentano: “Speravamo in un verdetto di accoglimento della richiesta di referendum istituzionale: un verdetto di democrazia per riaprire, con maggiore oculatezza e lungimiranza, l’esame sull’assetto degli uffici giudiziari d’Italia. Una riforma ovunque riconosciuta come impropria, improduttiva, varata affrettatamente in quattro settimane di calura nell’estate 2011”. Aggiungono poi “La sentenza che boccia il referendum di nove regioni italiane (dal Nord al Sud della penisola) – affermano – e’ un segno eloquente che una ristretta equipe di magistrati – nel periodo piu’ debole e grigio della ‘Politica’ della Repubblica – decide cosa si debba fare: lo impone prima con un atto d’urgenza del Governo e poi lo blinda in Parlamento, in sede di conversione legislativa; lo attua attraverso un Ministero stracolmo di magistrati e lo giudica, infine, con propria sentenza costituzionale!”. Per i due consiglieri regionali “E’ un pericoloso accentramento di funzioni decisionali che mostra la fragile inconsistenza di un Ordinamento dello Stato senza piu’ pesi e contrappesi: il controllo dei controllori sui controllati ha un unico, indisponibile, autonomo, indipendente, autarchico soggetto. Chi ne ha sofferto e’ lo spirito democratico di una vastissima porzione di popolo italiano che ha creduto nelle regole previste dalla Costituzione. Chi ne soffrira’, d’ora in avanti, saranno i territori – abbandonati dallo Stato e impoveriti nella vita socioeconomica – e i cittadini, sempre meno tutelati e garantiti nell’accesso ai diritti e nella partecipazione al bene comune.”