SULMONA ALLA “PRIMA” DEL TEATRO “CANIGLIA”

Come una prima. L’atmosfera era quella delle grandi serate a teatro, cultura e gala a braccetto per una città intera, in fermento da giorni, che non ha voluto mancare alla riapertura del “Maria Caniglia” di Sulmona, con tanto di benedizione impartita dal vescovo, qualche sedia vuota nei 706 posti, nonostante il soldout, e preludio a sorpresa da parte del sindaco Peppino Ranalli sul palco insieme all’ex sindaco Fabio Federico. Entrambi emozionati. Colui che ha segnato la conclusione degli interventi di ristutturazione e colui che ne aveva aperto i cantieri sotto la sua amministrazione nel 2011. Galanteria e correttezza apprezzata. “Mi auguro che la riapertura favorisca una forte aggregazione e sia da stimolo per la progettualità e la rinascita intera della comunità” ha detto il primo cittadino. Dopo aver ringraziato per la sensibilità il suo successore, l’ex sindaco ha poi letto una lettera dell’avvocato Pasquale Speranza, il quale ha donato al Comune la sua preziosa collezione di locandine che raccontano la storia di ottant’anni del Caniglia,  ricollocate a breve all’interno della struttura.
Ogni tanto capita anche a questa città di poter vivere, con il pretesto di un grande spettacolo, un evento mondano, se poi sono di quelli destinati a restare nella storia di Sulmona allora schiena dritta, petto in fuori e, anche se non si ha l’abito lungo, l’importante è esserci. Qualcuno per testimoniare il grande amore per la cultura, qualcun altro per non perdersene una, ma tutti per godersi una signor opera come il capolavoro verdiano del 1851, su romanzo di Victor Hugo, scelto nel maggio del 1933 quando il sipario del Teatro Maria Caniglia si alzò per la prima volta. C’è chi ha preferito l’eleganza da cerimonia, chi l’immancabile pelliccia, chi la sobrietà di tailleur e cappottino, chi, invece, uno stile a passo con i tempi tra crisi e tendenze modaiole. Singolare attenzione anche da parte degli uomini: nero e cravattino soprattutto per le nuove leve, giacca e cravatta per i tradizionali. La guida rossa fa da strada, saluti e convenevoli accolgono il numeroso pubblico che a gruppetti comincia ad arrivare. Rossetti, scialli, pellicce, tacchi e borsette, eleganza da “prima” e sobria adeguatezza di chi conosce il libretto, un brindisi nel rinnovato foyeur che comincia a resuscitare con tutto il suo charme tipico  del mondo teatrale, dopo anni di abbandono nell’indifferente degrado.

Due vigili urbani sull’attenti spezzano l’attimo di mondanità e cambia lo scenario, ricordando la solennità di un evento che restituisce finalmente alla città il più grande dei teatri storici abruzzesi (realizzato tra il 1931 e il 1933 su progetto dell’ingegnere capo del Comune Guido Conti). Varcata la soglia: un colpo d’occhio davvero spettacolare quello del “Caniglia” che torna a splendere con quella corona di palchi a quattro ordini più loggione, in stile settecentesco. Emozioni che tolgono il fiato. Le luci, il velluto delle poltrone, il palcoscenico rimesso a nuovo, come rinnovati sono il sipario, il graticcio, la pavimentazione, l’impianto elettrico e di illuminazione e poi finalmente la buca per l’orchestra, capace di ospitare 50 elementi, tanto agognata in passato.

Tra il pubblico delle grandi occasioni c’era ieri la politica di casa nostra: la senatrice sulmonese, il presidente della Provincia e la sua vice, Giunta e consiglieri comunali, qualche ex assessore comunale, e poi volti noti dell’imprenditoria locale, il presidente di Confindustria L’Aquila, la presidente di Fabbricacultura e Dmc, il presidente della Giostra e vice della Fondazione Carispaq, e ancora il presidente del Tribunale, il sostituto procuratore, autorità militari e civili. Grandi assenti: molti habituè degli appuntamenti teatrali e dei concerti di musica classica che si svolgono a Sulmona.  “Emozionante vedere il teatro cosi pieno, questo è solo l’inizio” hanno commentato gli organizzatori, l’associazione Sulmona Sostenibile Eventi, che ha omaggiato con i confetti, a sipario calato, il regista del “Rigoletto” Enrico Castiglione, il direttore d’orchestra Gianmichele D’Enrico e l’intero cast che ha incassato lunghi applausi finali. Direttore di produzione per il Taormina opera Festival la sulmonese Tania Mastrangioli. Costumi ideati da Sonia Cammarata. Coinvolte, inoltre, sarte e truccatrici locali, comprese maestranze che si occupano dei costumi della giostra cavalleresca sulmonese. Terzo suono di campanella. Tutti dovrebbero essere già al loro posto. Silenzio. Ci siamo. Comincia il primo dei tre atti del dramma lirico su libretto di Francesco Maria Piave e musiche di Giuseppe Verdi (CLICCA LINK) Una bella serata che aveva tutta l’aria di una prima.

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IL FOTO RACCONTO

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l’arrivo  a teatro

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ingresso del foyeur , in esposizione foto degli interventi di ristrutturazione

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la benedizione impartita dal vescovo prima di cominciare lo spettacolo

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intervallo tra atti

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