TORNA L’ACQUA NELLA RESTAURATA FONTANA DI FONTE D’AMORE

Dopo tanti anni è tornata a sgorgare l’acqua nella fontana restaurata della frazione di Fonte D’Amore, intrisa di storia e leggende legate a Ovidio. Cerimonia questa mattina per inaugurare il restauro del monumento su cui, nella parte retrostante, dopo le operazioni di ripulitura dalle scritte che deturpavano l’opera, sono emerse date e citazioni che raccontano la storia del posto e del territorio, le quali passeranno al vaglio degli studiosi per una adeguata ricostruzione, per capire se si tratta di 1836 o 38.

“E’ un momento importante. Siamo riusciti a far parlare di nuovo la fontana, perchè una fontana senz’acqua è muta. Dopo aver eliminato le scritte deturpanti, l’augurio è che sia di monito ai giovani per rispettare i monumenti” ha affermato Anna Colangelo, della Soprintendenza Bsae Abruzzo,  che ha sottolineato come la fontana restaurata sia la tessera di un mosaico storico e archeologico di grande rilievo, che comprende l’Abbazia celestiniana, l’area archeologica di Ercole Curino, il campo di prigionia 78, l’eremo di S.Onofrio, dove visse Pietro da Morrone. Secondo la Colangelo l’importanza della storia rappresentata dalla fontana è attestata anche dalla data impressa, sul retro: 1919, con la scritta “Fontana della Vittoria”, riferita alla conclusione della Prima guerra mondiale. Importante iniziativa, questa, nell’ambito del del cartellone di “Ars eros e cibus, Sulmona si veste d’amore”, promosso dall’associazione culturale Fabbricacultura, su progetto della Camera di Commercio dell’Aquila.

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E’ tornata, dunque, a “parlare” la fontana, tornata al suo antico splendore dopo lo sfregio di un anonimo vandalo che con una frase con la vernice imbrattò il monumento rendendo noto in maniera incivile il suo sentimento alla sua amata scrivendo “Cecia ti amo” Non contento, successivamente, il writers tornò sul posto e sovrascrisse “Cecia ti odio”. Leggenda vuole che la fonte fosse teatro di incontri amorosi tra il poeta e l’amata Corinna quando egli tornava da Roma a Sulmona, nei luoghi d’infanzia. Una leggenda da cui prende il nome la stessa frazione sulmonese, affondando le origini nei versi, in cui Ovidio raccontava che il suo amore per lei valeva di più, poichè correva il rischio, quando guadava il fiume (il Vella, oggi in secca), per raggiungerla ai piedi del Morrone. Secondo antiche credenze bere cinque sorsi attinti da questa fonte suggellerebbe eterno amore.

Presente il popolo delle frazioni, legato a questi luoghi da sempre. Emozionati gli abitanti che subito sono tornati a bere alla fonte, raccontando, conca sulla testa, secondo usanza tra le donne dell’epoca, quando venivano a prendere l’acqua.
Hanno presenziato, infatti, al taglio del nastro i volontari del Comitato delle frazioni che si sono occupati di ripulire il luogo dal degrado e dalla sporcizia.

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Il restauro della fontana, su iniziativa di Fabbricacultura, è stato realizzato con il contributo della Saca, società di gestione del servizio idrico integrato nell’area peligna e del Comitato dei volontari delle frazioni.  Grazie all’intervento della Saca è tornata a sgorgare, dopo tanti anni, l’acqua dalla fonte ricca di storia e legata ad Ovidio. “Il restauro di questa fontana è un fatto importante, riporta alla luce e sottrae dal dimenticatoio un monumento che è simbolo della frazione di Fonte d’Amore, famoso sia perchè sorge in un luogo, secondo leggende, prediletto da Ovidio  – ha spiegato Anna Berghella, presidente dell’associazione Fabbricacultura – l’esperienza compiuta con il restauro di questa fontana dimostra che dobbiamo ricominciare noi cittadini a fare qualcosa di utile per la nostra città, che deve risalire la china e tornare ai fasti di un tempo. Avremmo preferito condividere con le istituzioni comunali questo momento importante di grande senso civico e di lavoro di squadra dei cittadini”.

Il presidente della Saca, Domenico Petrella, esprimendo gratitudine, per la significativa iniziativa all’associazione Fabbricacultura e al comitato dei volontari delle frazioni che si sono occupati di rimuovere sporcizia e degrado, ha lanciato l’idea di un Museo dell’Acqua, “collegando tutte le antiche fontane esistenti nella Conca peligna in un ideale percorso di riscoperta e valorizzazione della loro esistenza.

Fabio Spinosa Pingue, presidente provinciale di Confindustria, ha ricordato come “oggi siano fondamentali iniziative concertate tra cittadini, associazioni e imprese, tenendo conto che poco possono dare le istituzioni”. Spinosa ha auspicato che “iniziative come questa, promossa da Fabbricacultura, si estendano ad altre testimonianze storiche della città e del comprensorio peligno, lavorando insieme con creatività e fantasia, cominciando dalla passione e dallo sforzo dei cittadini per valorizzare le potenzialità e le risorse del territorio”.

Il saluto e ringraziamento a nome del comitato delle frazioni è stato portato da Tarcisio Iacovone, augurandosi che “partendo dal restauro della fontana e con lo stesso spirito di collaborazione ora messo in opera si possano avviare nuove iniziative”.

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A poca distanza dal luogo, sul ciglio della provinciale, un’artista francese con la grande tela per l’arte di strada che sta accompagnando tutti gli eventi “Ars, Eros, Cibus”, iniziativa coordinata dagli artisti sulmonesi Alessandro Monticelli e Claudio Pagone, insieme al consigliere di minoranza Alessandro Lucci.