METANODOTTO, ASSEMBLEA DEI COMITATI ALLA VIGILIA DEL CONSIGLIO REGIONALE

Sul caso metanodotto e centrale Snam, che tornerà in discussione al Consiglio regionale il prossimo 26 novembre,  si terrà assemblea  pubblica  lunedì 25 novembre alle ore 18 a palazzo Sardi indetta dai Comitati ambientalisti sulmonesi che invitano a partecipare cittadini ed  istituzioni.  A palazzo dell’Emiciclo approderà attraverso una proposta di risoluzione già sottoscritta da numerosi consiglieri sia di maggioranza che di minoranza.”Poiché in questi due anni la Regione Abruzzo non ha ancora trasmesso al Governo nazionale la sua contrarietà” spiegano i comitati in una nota “la proposta impegna il Presidente della Regione a trasmettere, senza ulteriori indugi, al Governo nazionale il parere contrario della Regione Abruzzo e fa voti affinché il Governo nazionale ritiri l’impugnazione alla L.R. n.14/2013 e dia attuazione alla risoluzione della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati del 26 ottobre 2011”.

“Due anni fa, il 18 ottobre 2011″ riepilogano gli ambientalisti ” il Consiglio Regionale d’Abruzzo ha approvato alla unanimità una risoluzione di contrarietà al progetto SNAM che prevede la costruzione del grande metanodotto “Rete Adriatica” e la centrale di compressione di Sulmona in aree altamente sismiche e di elevata qualità ambientale. Alcuni mesi dopo, il 14 febbraio 2012, sempre con voto unanime, il Consiglio Regionale ha approvato una seconda risoluzione con cui si impegna il Presidente Chiodi a trasmettere al Governo nazionale il parere contrario sull’opera e quindi a negare l’intesa con lo Stato. Vista l’inerzia della Giunta regionale, il Consiglio ha quindi approvato due leggi: la n. 28 del 19.6.12, dichiarata successivamente incostituzionale e la n. 14 del 7.6.2013, la quale prescrive che, prima di installare sul territorio regionale centrali di compressione a gas, deve essere effettuato uno studio particolareggiato sulla risposta sismica locale, attraverso specifiche indagini geofisiche, sismiche e litologiche di dettaglio”. Ma anche questa seconda legge è stata impugnata dal Governo nazionale per presunta incostituzionalità perché la Regione – così si legge nella motivazione – ” introducendo una disciplina di dettaglio per le centrali di compressione a gas suscettibile di porre limiti stringenti alla stessa  localizzazione di centrali di compressione di interesse nazionale, finisce per impedirne la realizzazione su larga parte del territorio  regionale” L’opposizione del Governo nazionale è paradossale perché si vorrebbe che la installazione di centrali di compressione avvenisse a scatola chiusa, e quindi senza studi preventivi, quando tutta la legislazione nazionale e regionale punta ormai sulla prevenzione sismica! C’è da aggiungere, inoltre, che tali studi sono previsti dallo stesso parere  V.I.A. che il Governo ha recepito con un proprio decreto. Fabrizio Galadini, uno dei maggiori esperti nel campo degli studi sismici e responsabile dell’ INGV dell’Aquila, ha dichiarato che la posizione assunta al riguardo dal Governo  “è una sciocchezza”, frutto di “ignoranza intesa come incultura””