INCHIESTA “VATE”, GIAMMARCO INTERROGATA PER OLTRE UN’ORA

E’ durato oltre un’ora l’interrogatorio di garanzia di Rosa Giammarco, responsabile dell’Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Abruzzo, coinvolta nell’inchiesta “Il Vate” (clicca link e clicca link). Al termine dell’interrogatorio, rispondendo alle domande del gip nel Tribunale di Pescara, Maria Carla Sacco, l’avvocato dell’indagata non ha rilasciato dichiarazioni. Non si conosce, dunque, il contenuto delle risposte che la Giammarco, con obbligo di dimora a Pettorano sul Gizio, suo paese di residenza, abbia fornito al magistrato per difendersi. Si è invece avvalso della facoltà di non rispondere, nell’udienza, l’ex assessore regionale Luigi De Fanis, arrestato lo scorso martedi 12 novembre con l’accusa di aver ricevuto tangenti da imprenditori. A condurre l’interrogatorio il Pm Giuseppe Bellelli. De Fanis era accompagnato dai suoi legali che hanno presentato istanza di scarcerazione dai domiciliari, motivandola con l’impossibilità di reiterare alcun reato conseguente alla dimissione dalla carica. Entro 5 giorni la risposta del Gip.Anche Lucia Zingariello si e’ avvalsa della facolta’ di non rispondere. La donna si e’ subito allontanata evitando i giornalisti.

L’avvocato Pennetta ha spiegato che Falone, anch’egli con l’obbligo di dimora, e’ finito dentro l’inchiesta perche’ “e’ presidente dell’associazione e voleva promuovere sul territorio di Vasto l’associazione stessa ed anche la sua persona in quanto e’ stato candidato alle elezioni amministrative di due anni prima. Voleva promuovere la sua persona e la regione Abruzzo in vari eventi anche nazionali” . A proposito del presunto giro di soldi che passavano per l’associazione, l’avvocato Pennetta ha detto che Falone “non sa assolutamente nulla” e a chi gli ha fatto notare che il suo assistito e’ il presidente dell’associazione e non poteva non sapere “si sta applicando – ha risposto – lo stesso principio che si applica a Berlusconi: non puo’ non sapere. Falone semplicemente ha organizzato questo evento, a fronte delle fatture emetteva l’assegno. Lui non sa assolutamente altro”. Alla domanda se Falone era una ‘testa di legno’, mentre in realta’ comandava De Fanis, il legale ha risposto cosi’: “questo lo valuteremo fino in fondo. Alla fine uscira’ fuori quelle che deve uscire”.

L’inchiesta coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Pescara e dal pm Giuseppe Bellelli mira a far luce sulle modalita’ di erogazione dei contributi regionali in base alla legge regionale n.43/73 che disciplina l’organizzazione, l’adesione, e la partecipazione a convegni, ed altre manifestazioni culturali.