UIL DICE NO A PRESIDIO PSICHIATRICO IN CARCERE
Si oppone la Uil penitenziario all’eventuale istituzione di un presidio psichiatrico nel carcere di Sulmona. E’ quanto sostiene in una nota il vicesegretario regionale Mauro Nardella, dopo la visita di ieri mattina del direttore sanitario con delega penitenziaria, Andreotti. Utilizza il condizionale Nardella per spiegare che “da quello che è parso di capire direttamente per il tramite di Andretti, la struttura sulmonese non avrebbe al momento i requisiti per poter ospitare soggetti provenienti dagli Opg, le cui strutture, come si sa, sono destinate a vedere chiudere i propri cancelli” scrive il sindacalista. “l’amministrazione penitenziaria” continua “a quanto pare, più che risolvere le annose problematiche attinenti l’istituto di pena peligno, sembrerebbe quasi avere la voglia portare allo stremo il personale di polizia penitenziaria e non solo facendo definitivamente collassare una situazione che da qualche tempo mostra segni di ancor più evidente cedimento”. Secondo Nardella l’amministrazione “avrebbe inviato un suo emissario per capire se, attraverso delle modifiche strutturali, si potrebbe ovviare a quanto evidenziato da Andretti circa l’inadeguatezza dell’attuale struttura. Se ciò dovesse passare, per il carcere di Via Lamaccio sarebbe come buttare benzina sul fuoco.
Tutto questo la Uil Penitenziari non lo permetterà” aggiunge il sindacalista
” Qualora dovesse perdurare questa volontà, la UIl sarà pronta a dare una dura battaglia nei confronti di chi, evidentemente, non vuole il bene di una struttura che è annoverata tra le più sensibili di Italia e che possiede un personale stanchissimo di resistere agli attacchi in negativo, soprattutto in tema di organici, che sembrano non finire mai”. Conclude, poi, annunciando che saranno chieste spiegazioni alla direzione del carcere da parte della UIl che, qualora dovessero arrivare confermare, annuncia l’inizio di manifestazioni eclatanti con un presidio permanente dinanzi il carcere e se sarà necessario adottando altre e ben più eclatanti manifestazioni di protesta.