RIFIUTI, A ROCCARASO PRESENTATO IMPIANTO CHE DIMEZZA LA TARES

 “Refolo”, progetto pilota nazionale che trasforma i rifiuti in energia abbassando la Tares. A presentare sistema che azzera le discariche, trasforma i rifiuti in energia e fa risparmiare fino al 50% sulla Tares, sono stati il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, e il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato. Proprio il comune montano dell’Alto Sangro è il primo a sperimentarlo in Italia.  I risultati, un anno dopo la sua installazione, sono stati illustrati nel corso di un convegno che si è svolto nella residenza comunale. “Sperimentare le nuove tecnologie – ha detto Chiodi – e’ fondamentale, soprattutto quando viene garantito il pieno rispetto dell’ambiente. L’innovazione applicata a un settore delicato come quello dello smaltimento dei rifiuti portera’ a una vera e propria rivoluzione culturale e a un consistente abbassamento dei costi di gestione. Sono contento che, in tal senso, l’Abruzzo, Regione da sempre attenta alle novita’ e al rispetto della natura, si distingua ancora una volta”. Il rivoluzionario impianto, brevettato da Mario Reale e collaudato dal Consiglio nazionale delle Ricerche (C.N.R.), e’ a basso impatto ambientale e si basa sull’impiego di energia meccanica per polverizzare, attraverso una macchina chiamata mulino, il rifiuto precedentemente triturato e selezionato. L’azione, che in termini tecnici si definisce di micronizzazione, distrugge qualsiasi flora batterica (eliminando quindi odori e fermentazione) e rende il prodotto sterile, completamente disidratato e sempre esente da cloro, solfati e inerti. Il materiale che ne esce, se non e’ riciclato nelle filiere dei consorzi come materia prima, diventa CSS, ovvero combustibile per generare energia termica da utilizzare poi in impianti di valorizzazione energetica, centrali elettriche policombustibili e centrali di gassificazione. Roccaraso dunque diventa citta’ laboratorio: “Siamo orgogliosi – ha affermato il sindaco, Francesco Di Donato – di ospitare questo impianto tecnologicamente avanzato”.  “L’impatto ambientale e’ pari allo zero, mentre i benefici economici sono evidenti. In quasi un anno di sperimentazione ha aggiunto il primo cittadino – abbiamo verificato come i costi di gestione e di lavorazione siano estremamente convenienti se comparati a quelli attualmente affrontati dal nostro Comune per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati. Secondo quanto valutato dagli esperti, un impianto di meccano – raffinazione di taglia medio-piccola da 20 tonnellate di rifiuti al giorno costa circa 66 euro per tonnellata, molto meno della meta’ rispetto a quanti ne richiederebbero discariche e inceneritori. Risparmiare e’ un bene per il Comune, certo, ma anche per i cittadini che, in tal modo, potranno avere una Tares scontata in un range che va dal 20% al 50%. Ringrazio tutta la cittadinanza per aver pazientemente accolto l’iniziativa e agevolato cosi’ il compito dell’Amministrazione”. “Il processo da noi brevettato – ha spiegato Mario Reale nel corso della sua relazione- ha numerosi vantaggi: riduce il rifiuto in termini di volume (circa il 70%) e di peso (circa il 50%), aumenta il calore di combustione fino all’80% e recupera dai rifiuti indifferenziati un’alta percentuale di materiali riciclabili avviati in impianti di valorizzazione (metalli ferrosi e non ferrosi, inerti, plastiche e vetro) e materiali per comparti edili. Secondo la nostra visione, forse utopistica, dotare le singole comunita’ (i piccoli Paesi, le piccole Citta’, i quartieri o le circoscrizioni) di tali impianti e’ meglio che aderire a patti societari che impongono tariffe e metodi di smaltimento senza vie alternative”. Una sperimentazione che ha avuto un’autorevole collaudo, quello del Consiglio nazionale delle ricerche. “I risultati – hanno affermato i ricercatori Concetto Puglisi e Sandro Dattilo, presenti al convegno – hanno dimostrato che l’impianto di Roccaraso e’ idoneo a produrre combustibile solido secondario (CSS) di buona qualita’ sebbene il materiale in ingresso sia proveniente dalla raccolta indifferenziata del Comune. I prodotti esaminati risultano insomma utilizzabili in processi di valorizzazione energetica e per la produzione di energia elettrica e di calore”.

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