VILLA GIOIA, INAUGURATA E MAI APERTA. AL VIA PETIZIONE
Lo scorso maggio l’inaugurazione, ad oggi cancelli ancora chiusi. Al via una petizione (dal prossimo sabato alle ore 10 fino alle 18 a piazza Carmine per una settimana) al fine di sensibilizzare la politica e vedere finalmente aperti i cancelli di “Villa Gioia”, la residenza per disabili realizzata dai volontari dell’Aias onlus della Valle Peligna, situata lungo la Sannite che collega Sulmona a Introdacqua. Risale a quattro mesi fa il taglio del nastro (clicca qui) con benedizione del Vescovo e sfilata di politici, amministratori locali e regionali e candidati sindaci al Comune di Sulmona, essendo sotto elezione. Un progetto sociale importante, dato che la costruzione è stata finanziata con quasi 785 mila euro (grazie a Fondazione Carispaq e Provincia) “Sarebbe pronto il finanziamento della Regione, ma mancherebbe l’accreditamento come struttura socio sanitaria per sostenere le spese” afferma Sante Ventresca, presidente Aias, che, questa mattina, insieme ad altri soci, ha bussato alla porta del sindaco Peppino Ranalli a palazzo San Francesco, chiedendo aiuto. Vuole vederci chiaro il primo cittadino, capire in realtà lo stato dell’arte e appurare qual è l’iter fatto finora (se è stata presentata la domanda per l’accreditamento, se l’intervento abilitativo competa al sociale o alla sanità, richiedendo anche la copia del finanziamento). Non sarebbe un problema di competenza del Comune, in questo caso, ma Ranalli ha assicurato che non li lascerà soli, mostrando massima disponibilità anche nell’affrontare il caso dal punto di vista politico, se sarà necessario. Prima però bisogna capire dove sta il nodo che blocca l’apertura. Mancherebbe, a detta loro, in sostanza, la firma della Regione per la convezione. La struttura offre la possibilità di ospitare 20 giovani diversamente abili del comprensorio peligno, realizzata dall’associazione di volontariato Aias per rispondere alle necessità dei disabili e alle loro famiglie lungo tutto l’arco della loro vita. Una sorta di “cittadella della diversabilità”, come l’hanno definita i fondatori, ideata come “un dopo di noi e durante noi in caso di necessità”. Con le lacrime agli occhi i genitori dei diversamente abili hanno raccontato l’attuale condizione dei loro figli. Chi chiuso in casa senza la possibilità di poter socializzare o di potersi applicare in laboratori, con genitori troppo anziani per poterli seguire, chi negli istituti, seppur confortevoli e completi, ma lontano dalle loro famiglie, con la conseguenza che la depressione sta invadendo il loro animo. “Siamo fiduciosi” ha ripetuto una delle componenti dell’Aias, “Villa Gioia è stata creata con il cuore dei volontari, è importante per i nostri ragazzi, ma sembra che la politica sia immobile”.