UNA NOTTE BIANCA SENZA COLORE
Un’affollata festa senza turisti, colore e originalità. Ma pur sempre una festa. “In questa notte fantastica/ Che tutto sembra possibile”. La canticchiavano un po’ tutti ieri sera questa canzone di Jovanotti, anche chi conosceva solamente due strofe, quasi pensando fosse la colonna sonora della notte bianca a Sulmona, in cui davvero sembrava che ognuno si sentisse libero di fare quel che gli pareva. Chissà poi perchè. Uno struscio di massa in Corso Ovidio, tra l’odore di fritto, che dagli stand di piazza Venti s’incanalava lungo lo storico viale sulle teste della fiumana di gente che avanzava in processione, e la musica dei tanti dj che hanno animato le diverse postazioni facendo ballare soprattutto il popolo dei giovanissimi, i quali, alle 6 del mattino, non volevano mollare e andarsene a casa, per poi, alle 7, vagare persi e barcollanti sulla via del ritorno. La serata è cominciata in maniera pacata, decollando dopo le 23. Alle 21 strumenti fermi sui palchi vuoti e panche affollate per la cena in piazza Garibaldi nello stand allestito dalla Giostra cavalleresca, dove gli instancabili volontari dei Borghi e Sestieri hanno cucinato tutti insieme, mentre i bambini partecipavano alle iniziative tutte per loro, con “L’Albero Azzurro”. Un braccio che struscia sulla fronte di chi questo evento l’ha vissuto lavorando, un calice gustato a piazza Plebiscito sulle note del jazz di Pallozzi e del tributo a Gaber. Un ragazzo passa con macchina fotografica e cavalletto in spalla, pronto a immortalare a modo suo momenti salienti di questa notte dai pareri discordanti. Facile scattare foto nella zona sud del Corso, quasi vuota, o davanti la chiesa della Tomba, dove poca era la folla, vicino uno stand gastronomico e un gremito locale. Più faticoso, invece, farsi largo davanti la Rotonda di San Francesco, presa d’assalto dagli adolescenti, in piazza XX Settembre, nel tratto antistante palazzo dell’Annunziata fino a piazza Tresca. Ingorghi congestionavano il passeggio a passo di bradipo, calpestando e inciampando tra bottiglie rotte e bicchieri di plastica gettati a terra, gomito a gomito non solo con ragazzini carichi di irrefrenabile eccessivo entusiasmo, i quali pare non aspettassero altro che la lunga notte di fine estate per dare sfogo alla forzata ubriacatura di gruppo, ma anche con chi tentava di vivere questo evento per non sembrare il solito matusa della situazione, con la critica sempre pronta in punta di lingua. Da buon sulmonese, qualcuno direbbe. “Un evento che almeno ha tirato fuori di casa la gente” commentavano in molti guardandosi intorno. C’era la musica, che ha accontentato tutti, c’era la gente, ma non c’erano turisti, nemmeno visitatori delle altre zone abruzzesi, se non qualche gruppo dall’Alto Sangro. Una festa per la città, quindi. Piovono critiche nel day after, per quei vicoli scambiati per toilette e vomitatoi, per la mancanza di un filo conduttore della serata, capace di imprimere peculiarità, per la inadeguata comunicazione (il programma è stato reso noto a due giorni prima dell’evento) per la scarsa promozione della manifestazione, per i negozi aperti ad alternanza e semivuoti. Poca originalità, nessuna chicca degna di nota, assenti bancarelle di tipicità per gli acquisti, se non lenzuola a terra di ambulanti che vendevano ghirlande di fiori finti, orecchiette luminose alla Minnie, cappelli stile Panama, come ogni anno, e insistenti venditori di”porta fortuna”. Per i sostenitori dei pro: un successo, tanto il divertimento. A mezzanotte il ricambio generazionale. Bimbi e grandi a nanna e giovani scatenati nei balli tirando fino all’alba. Nulla di strano. Non è mancata la sfilata di politici e amministratori comunali, chi per controllare, chi per godersi la serata, chi per divertirsi (qualcuno un po’ troppo, dimenticando forse il proprio ruolo istituzionale), chi soddisfatto della “riuscita” dell’evento, che, invece, avrebbe dovuto essere realizzato seguendo le dovute tempistiche. “A me è sembrato un venerdi shopping sotto le stelle più organizzato” scrive qualcuno su Facebook. Mancava, forse, quel “quid” capace di far risaltare una serata che altrimenti avrebbe potuto chiamarsi benissimo notte di fine estate, anzichè “notte bianca”, slogan che porta con sè il peso del successo delle edizioni passate, soprattutto la seconda (2011). Inevitabile il confronto. Per una città dormiente e sorniona come questa, però, che cade in catalessi troppo spesso e le manifestazioni diventano rarità, ben vengano momenti che la animano e che possano, anche solo per poco, permettere, a chi annaspa tra i veri problemi, di poter lavorare o semplicemente trascorrere una serata diversa in compagnia, con le miti temperature dell’estate settembrina.
Sulmona security
piazza del Carmine verso sud
Jazz piazza Plebiscito
Rotonda San Francesco ore 1
ore 2, corso ovidio
piazza Tresca ore 2.circa