OLTRE 800 I CAMOSCI NEL PARCO MAJELLA, 200 NUOVI NATI
Buone notizie dal Parco Nazionale della Majella, dove si è appena concluso il censimento della popolazione di camoscio appenninico. Un’ importante attività di monitoraggio, quella del censimento annuale, che va avanti dal 2001 permettendo di acquisire 13 anni di preziose informazioni sullo stato e la dinamica di questa popolazione. 31 le persone coinvolte, tra personale dell’Ente Parco, del CTA del Corpo Forestale dello Stato e alcuni volontari. Le squadre impegnate hanno osservato simultaneamente tutta l’area occupata dai branchi di camoscio nel territorio del Parco, sia attraverso la realizzazione di percorsi sia da postazioni fisse.
Analizzando i dati degli avvistamenti riportati da tutte le squadre impegnate, e dunque al netto dei doppi conteggi, il numero minimo certo di camosci osservati risulta è pari a 840 individui, dei quali 227 sono i nuovi nati (kid) e 91 sono giovani di un anno (yearling). Rispetto al censimento effettuato nel periodo estivo dello scorso anno, quando furono contati 738 individui, nel 2013 sono stati conteggiati 102 individui in più. La popolazione di camoscio nella Majella continua dunque ad accrescersi.
A partire dalle prime reintroduzioni effettuate nel 1991-1992, quando era composta da appena 30 individui provenienti dal Parco Nazionale d’Abruzzo, la popolazione della Majella si è accresciuta di anno in anno ed è oggi la più numerosa popolazione di camoscio presente nell’Appenino centrale. “Questa caratteristica contribuisce a rendere la popolazione della Majella di centrale importanza per la conservazione del camoscio appenninico. Essa infatti sta fungendo da “sorgente” per il consolidamento della colonia presente dal 2008 nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e, a partire da quest’anno, anche per la costituzione della nuova colonia reintrodotta nel Parco Regionale Sirente Velino”, afferma con soddisfazione il presidente del Parco, Franco Iezzi.
Le attività di cattura e trasferimento svolte nel corso di questa estate nell’ambito del Progetto Life “Coornata – Sviluppo di Misure Coordinate di protezione per il Camoscio Appenninico”, hanno infatti permesso il trasferimento delle prime sette femmine sul Monte Sirente e, dunque, il raggiungimento di un importante obiettivo del Piano d’Azione Nazionale per la conservazione di questa sottospecie, simbolo dell’Appennino centrale.