UCCIDE IL PADRE CON UNA COLTELLATA ALLA GOLA
aggiornamento Avrebbe ucciso suo padre con una coltellata alla gola. É quanto accaduto ieri sera in via dei Tigli nella zona peep di Popoli. Erano passate da poco le 22 quando Sante Corazzini, di 40 anni, con un coltello avrebbe colpito alla gola e al torace il padre Angelo di 66 anni, al termine di una violenta lite, mentre era andato al letto. A chiamare i soccorsi sono stati i vicini di casa, allertati dallo stesso figlio, arrestato con l’accusa di omicidio volontario. L’ambulanza ha trasportato il ferito nell’ospedale popolese dove é stato operato d’urgenza. Si era anche ipotizzato un suo trasferimento nel nosocomio di Pescara, ma le sue condizioni si erano repentinamente aggravate fino al decesso. Quando in casa sono arrivati i carabinieri, sono intervenuti anche i militari del Reparto Operativo del Comando provinciale di Pescara, Sante Corazzini, che soffre di problemi psichici, era in stato confusionale e non ha risposto ad alcuna domanda. Ad occuparsi del caso e’ il sostituto procuratore della Repubblica di Pescara Silvia Santoro. Sara’ affidato domani mattina al medico legale l’incarico per effettuare l’autposia sul corpo della vittima, ex infermiere, che aveva anche altre due figlie.
Nei primi anni Novanta era stato condannato per omicidio volontario in primo e secondo grado. La Corte d’ Assise d’ appello dell’ Aquila, nel 1993, ridusse da dieci a sei anni la pena inflitta nei suoi confronti dal Gip del Tribunale di Pescara, riconoscendolo colpevole di avere picchiato e ucciso nel gennaio 1992 un anziano di 84 anni, Nazareno Frascarella (il cui corpo fu trovato nello spogliatoio del campo sportivo di Popoli) ma concedendogli, al contempo, l’attenuante della provocazione. L’uomo , all’epoca, sostenne di avere picchiato il pensionato per liberarsi delle sue attenzioni a sfondo sessuale. che pare volesse molestarlo mentre si trovavano nel campo sportivo. Sante Corazzini fu poi rimesso in liberta’ per motivi di salute. Agli inizi di settembre 1999 l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli concesse la grazia.