“DONNE AL CENTRO”, UN SOSTEGNO PER STRUTTURE SULMONESI ANTIVIOLENZA

Potranno essere potenziati sul piano della sicurezza, ampliati (con istituzione di un punto di ascolto anche a Castel di Sangro e presso ospedale sulmonese)  e incrementati (aumento posti e offertà di servizi alle vittime) il Centro antiviolenza “la Libellula”  di Sulmona (sportello di ascolto con consulenza psicosociale e legale per donne vittime di violenza istituito nel 2008 dalla Comunità Montana Peligna) e la Casa delle Donne (unica struttura di accoglienza temporanea protetta in Abruzzo creata nel 2005). Presentato questa mattina a palazzo Sardi il progetto “Donne al centro”, dal presidente della Comunità Montana Peligna Antonio Carrara, dall’assessore comunale Enza Giannantonio e dalla psicologala responsabile servizi socio educativi della cooperativa Horizon  Francesca Russo, che fin dal principio gestisce il centro, insieme all’assistente sociale. Dopo aver partecipato a un bando di concorso,  del dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è arrivata la notizia positiva dell’approvazione del finanziamento (insieme al centro di Vasto)  finalizzato ad ampliare il numero dei servizi offerti alle vittime di violenza, la cui incolumità sia particolarmente a rischio e per l’apertura di centri antiviolenza a carattere residenziale nelle aree dove è maggiore il gap tra domanda e offerta. Un progetto a valenza territoriale. “Una opportunità per potenziare e ampliare le strutture esistenti, ci permette di dare continuità a quanto abbiamo fatto finora” secondo Carrara, spiegando che “la Casa delle donne si regge attraverso le rette dei servizi sociali”.  L’intenzione è anche quella di poter stipulare in futuro un protocollo operativo per dare una risposta univoca tra le forze dell’ordine e il pronto soccorso, come è in itinere una convenzione con le strutture ricettive del territorio per tamponare le emergenze delle donne vittime di violenza che dovranno essere inserite in programmi di sicurezza.

“Non vorrei” ha detto  Carrara “che con la perdita delle Comunità Montane vengano meno anche questi centri che sono importantissimi per le donne. lancio un appello al Comune affinchè possa occuparsi del centro antiviolenza, mantre della casa delle Donne potrebbe continuare a gestirla la cooperativa Horizon”

Proposta raccolta positivamente dall’assessore Giannantonio, la quale garantisce la presenza dell’amministrazione comunale “Il Comune” afferma “aderisce in maniera convinta al progetto e sposa l’idea di potenziare questa iniziativa con l’intenzione di poterne costruire altre”. “Sono previsti, oltre all’apertura di un punto di ascolto a Castel di Sangro e uno nell’ospedale sulmonese, anche delle attività nelle scuole. E’ un progetto rivolto a tutti.

 

Secondo i dati aggiornati al febbraio 2013

Per sostenere ed aiutare le vittime della violenza, a Sulmona i centri sono dotati di equipe di psicologi, avvocati e sociologi e strutture di accoglienza. Sono luoghi in cui le donne in difficoltà o vittime di violenze fisiche e psicologiche possono sentirsi parte integrante di un mondo, senza avvertire il senso di solitudine. Posti in cui non vengono fornite soluzioni pronte per l’uso, ma un sostegno specifico con strategiche informazioni affinchè ogni donna possa trovare risposte adeguate alla sua situazione, così da recuperare la propria autostima e poter essere reinserita nella società e nel lavoro.

 

 

Dal 2005 ad oggi sono 88 le richieste di ingresso nella “casa delle donne”, di cui 26 donne (il 43% delle fra i 18 e i 29 anni, il 57% tra i 30 e i 59 anni) e 27 minori (bambini di 5 anni in media, il più piccolo 11 mesi, il più grande 17 anni). Se per il 65% sono italiane (poche abruzzesi in quanto si preferisce allontanare le vittime di violenza dal territorio familiare), il 35% è straniera. Tutte le donne ospitate hanno subito violenza psicologica e fisica, il 62% anche sessuale, mentre il 52% violenza economica. Tra loro 23 violenza dal coniuge (il 55% era coniugata e il 45% convivente) e 3 dalla famiglia di origine (padre).

Nel centro antiviolenza “La Libellula”, invece, dall’aprile 2008, data di apertura, sono 104 i casi presi in carico fino ad oggi. Tra loro il 5% è di età compresa tra i 18 e i 25 anni, il 57% tra i 26 e i 40 anni, il 35% fra i 41 e 60 anni, il 2% oltre i 60 anni e l’1% ha un’età non rilevata. La più grande ha 80 anni.

Nel 66% dei casi la donna subisce violenza intrafamiliare e in particolare dal partner (marito, convivente, fidanzato), il 27% dall’ex partner, il 4% da un familiare e il 3% da sconosciuti. 67% italiane, le restanti straniere (Africa, Europa est, Sudamerica).

per il 52% delle donne è stato effettuato un intervento sociale, il 67% ha usufruito di sostegno psicologico, per il 24 % delle donne si è reso necessario un intervento di tipo legale. Nel 29% dei casi è stato necessario l’accompagnamento delle donne presso le forze dell’ordine.  La violenza, purtroppo, colpisce tutti gli strati sociali e non fa differenze.