COMITATI “TAVOLO A SETTEMBRE E’ UNA FARSA”
“Il tavolo sull’esame della “relazione”, annunciato per settembre, è solo uno specchietto per le allodole che serve da depistaggio”. Lo affermano i comitati sulmonesi all’indomani dell’assemblea che si è tenuta lo scorso lunedi a palazzo San Francesco a Sulmona da cui è emersa la notizia – data dalla Senatrice Pelino e confermata dal Sottosegretario Legnini – che il Governo nazionale, tramite De Vincenti, a settembre convocherebbe un tavolo per presentare una “relazione” finalizzata a chiarire i rischi connessi con il metanodotto “Rete Adriatica” e la centrale di compressione prevista a Sulmona (clicca qui). “Il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti vuol rifilare un nuovo “pacco” al nostro territorio?” scrivono gli ambientalisti in una nota chiedendosi “Chi sono e con quali criteri sono stati scelti gli autori della relazione e da chi è stato commissionato lo studio, dalla Snam o dal Governo?” convinti che “Su questo regna il più assoluto riserbo e ciò non depone a favore di un potere pubblico che, nei confronti dei cittadini, dovrebbe sempre agire con la massima trasparenza. Non si comprende” continuano i comitati “perché (anzi, si comprende benissimo), se c’era da individuare un soggetto “terzo” che sulla questione dicesse la sua, siano stati esclusi, nella scelta, i rappresentanti istituzionali dei territori interessati. Di tavoli-farsa” aggiungono “ce ne è stato già uno, quello convocato sempre dal Sottosegretario De Vincenti il 10 maggio 2012 e non si avverte affatto il bisogno di repliche!L’unico vero tavolo di confronto che può essere accettato, è quello previsto dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati : un tavolo in cui – preso atto dell’elevata sismicità dei territori attraversati e quindi della “vulnerabilità della condotta” (come riconosciuto dalla Commissione Nazionale V.I.A.) – si discuta di tracciati che siano alternativi alla dorsale appenninica; tra questi la possibilità che il metanodotto “Rete Adriatica” passi in mare, cosi come già avviene per i grandi gasdotti di importazione dal nord Africa. Insistere sul vecchio tracciato, non condiviso da nessuno, significherebbe continuare a prendere in giro i cittadini e le Istituzioni democratiche che li rappresentano e ad alimentare la sfiducia e la mancanza di credibilità nei confronti del Governo nazionale che, da Berlusconi, a Monti, a Letta, anziché prendere atto della unanime contrarietà all’opera espressa da Regioni, Province e Comuni, si è sempre schierato acriticamente dalla parte della multinazionale del gas, divenendone di fatto il portavoce. Come può essere affidabile un Governo che, se da un lato agita la carota della nuova “relazione” dall’altro usa il bastone per demolire le leggi della Regione Abruzzo? La motivazione con cui è stata impugnata dal Governo l’ultima legge regionale (la n.14 del 7.6.2013) ha dell’inverosimile : si contesta ad una Regione altamente sismica qual è la nostra la decisione di sottoporre a preventivi studi sismici di dettaglio la collocazione delle centrali di compressione! In pratica non si riconosce alla Regione il diritto-dovere di tutelare l’incolumità e la salute dei cittadini che vivono sul proprio territorio. Ma il sisma dell’Aquila e il processo alla Commissione Grandi Rischi” concludono “non hanno insegnato proprio nulla?”