METANODOTTO, UN TAVOLO ISTITUZIONALE A SETTEMBRE
Esaminare i risultati delle valutazioni tecniche e l’impatto ambientale del metanodotto sarà l’argomento principe del tavolo che sarà convocato entro settembre prossimo. “Un tavolo aderente alla volontà politica unanime. Il tavolo si farà nei modi tempi e nei lughi che deciderà il Ministero competente, perchè è un impegno che il Governo ha assunto con i territori, con i comitati, con le istituzioni. Se i risultati dovessero confermare i potenziali pericoli dell’opera in un’area sismica come la nostra non ci saranno problemi sulla delocalizzazione. Se invece la relazione sarà possibilista a quel punto bisognerà avviare un confronto con la Snam per spostare il metanodotto nel mare”. Lo ha detto il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, questa mattina in una grande assemblea nell’aula consiliare di palazzo San Francesco, convocata dal sindaco Peppino Ranalli in merito alla questione del metanodotto e all’intenzione della Snam di voler realizzare una centrale di compressione gas a Sulmona. “Non ci saranno sorprese nè decisioni di forza” ha ribadito Legnini, nel suo intervento in seguito alle dichiarazioni della senatrice Paola Pelino, annunciando, appunto, che il tavolo sarà indetto dal Sottosegretario del Ministero dello sviluppo economico De Vincenti “La nostra battaglia continuerà più serrata e più forte”. Che il gasdotto sia bocciato dall’intero territorio di casa nostra è stato rimarcato da tutte le istituzioni che oggi erano presenti a palazzo di città. Parlamentari, consiglieri regionali e provinciali, alcuni sindaci del centro Abruzzo. In platea: il popolo degli ambientalisti e cittadini che stanno portando avanti la lotta contro il progetto Snam. A spiegare la problematica è stato il portavoce dei comitati sulmonesi, Mario Pizzola “Sono cinque anni e sette mesi che ci stiamo battendo e continueremo a farlo perchè non capiamo perchè non si metta in pratica la volontà del popolo che non vuole il metanodotto” ha detto Pizzola “il Governo deve rispettare la decisione della Regione e chiediamo a Chiodi che la Regione difenda la propria legge che prevede la delocalizzazione del gasdotto così da attuare la risoluzione della Commissione ambiente che impegna l’esecutivo a disporre la modifica del tracciato”. D’accordo con il discorso di Pizzola è stato l’assessore comunale dell’Aquila, Moroni. Presenti anche la senatrice del M5S Enza Blundo, l’onorevole Giovanni Lolli, il vicepresidente del Consiglio regionale Giovanni D’Amico, i consiglieri regionali Carlo Costantini e Giuseppe Di Pangrazio, il presidente della Comunità Montana Peligna, la deputata abruzzese Pd Vittoria D’Incecco.
Al termine del summit é stato approvato un documento. “l’assemblea ribadisce la contrarietà al progetto, così come proposto dalla Snam, già espressa attraverso atti deliberativi adottati da numerosi Enti istituzionali delle Regioni interessate dall’attraversamento del gasdotto, tra cui: la Regione Abruzzo, la Provincia dell’Aquila, i Comuni di l’Aquila e Sulmona, in quanto il tracciato dell’opera e la localizzazione della centrale presentano notevoli criticità sia sotto il profilo della sicurezza e della salute pubblica, sia per l’impatto sull’ambiente e sulle già deboli economie locali.
Le scelte riguardanti le grandi opere come quella in oggetto, dovrebbero essere sempre fondate sul principio di precauzione, riconosciuto dal Trattato Istitutivo dell’Unione Europea, al fine di minimizzare i rischi per i cittadini ed i danni per il territorio.
Di ciò non si è tenuto conto nel caso specifico in quanto le scelte progettuali, a fronte di criticità oggettive, relative in particolare alla elevata sismicità dei territori attraversati, non consentono di escludere, con adeguato margine di certezza, rischi per la incolumità e la salute delle popolazioni interessate.
Pertanto, il progetto non appare conforme al perseguimento ed alla tutela dell’interesse pubblico, esponendo l’Amministrazione pubblica ad eventuale contenzioso e possibile risarcimento di danni.
Tenendo conto di quanto sopra, l’assemblea chiede che venga data attuazione, senza ulteriori indugi e ritardi, a quanto unanimemente deciso con la risoluzione approvata dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati e con le due risoluzioni approvate dal Consiglio Regionale dell’Abruzzo:
– che il Governo nazionale disponga la modifica del tracciato, escludendo la fascia appenninica “al fine di evitare, sia gli elevati costi ambientali che ne deriverebbero, sia l’elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini dovuta al rischio sismico che metterebbe a dura prova la vulnerabilità della condotta”;
– che il Presidente della Regione Abruzzo trasmetta al Ministero dello Sviluppo Economico il parere contrario della Regione sull’opera per come attualmente progettata, negando l’intesa con lo Stato;
– che venga subito istituito l’apposito tavolo tra tutti i soggetti interessati al fine di individuare una soluzione alternativa alla dorsale appenninica sia per il metanodotto che per la centrale di compressione.
L’assemblea chiede che il governo nazionale ritiri l’impugnazione della Legge regionale n. 14 del 7/06/2013, relativa alla localizzazione e realizzazione delle centrali di compressione a gas in aree sismiche, ritenendo che sia prerogativa della Regione tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini e, in ogni caso, chiede che la Regione Abruzzo si costituisca in giudizio, presso la Corte Costituzionale, in difesa della Legge stessa.
L’assemblea auspica che la Regione in difesa della Legge regionale n.14 del 7.6.2013 relativa alla localizzazione L’assemblea, inoltre, auspica l’abolizione di quanto previsto dall’art. 38 del c.d. “decreto sviluppo” (L. n.134 del 7.8.2012) in merito all’intesa Stato-Regione, ripristinando in questo modo i pieni poteri delle Regioni in una materia, quale quella dell’energia, per la quale la Costituzione prevede la competenza e la potestà legislativa concorrente tra Stato e Regione.
L’assemblea, infine, decide di costituire un comitato ristretto di amministratori pubblici e rappresentanti della società civile che, in adesione al coordinamento interregionale anti-gasdotto, programmi le future necessarie iniziative”.