NO CHIUSURA TRIBUNALE, NIENTE VOTO ALLE REGIONALI
L’astensione al voto alle elezioni regionali, la marcia della giustizia, il ricorso alla Corte Costituzionale Europea, un’audizione alle commissioni di giustizia di Camera e Senato. Sono alcune delle proposte lanciate questa mattina dagli avvocati del Foro sulmonese riuniti in assemblea nel palazzo di Giustizia di piazza Capograssi, al fine di valutare il da farsi per la salvaguardia del tribunale di Sulmona, all’indomani della decisione della Suprema Corte di ritenere valida la riforma della geografia giudiziaria, riducendo di fatto le speranze per il “Capograssi” di sopravvivere a tagli e accorpamento al palazzo di Giustizia aquilano. Nella riunione presieduta dal presidente dell’Ordine degli avvocati sulmonesi, Gabriele Tedeschi, in cui è stata evidenziata la “irragionevolezza assoluta della recente decisione della Corte Costituzionale”, sono intervenuti diversi avvocati proponendo strategie da mettere in campo. Intanto sabato prossimo a palazzo San Francesco sarà reso ufficiale il comitato permanente per la salvaguardia del tribunale, composto non solo dagli addetti ai lavori, ma dai politici, così come propose il sindaco di Sulmona, Peppino Ranalli nell’ultima assemblea (clicca qui).
“Marciare da Castel di Sangro all’Aquila come manifestazione specifica contro la chiusura del Tribunale di Sulmona che coinvolga la cittadinanza, con tappe presso i Comuni coinvolti dalla soppressione al fine di sensibili zzar e la popolazione di riferimento” e’ quanto proposto dall’avvocato Daniele Di Bartolo, mentre l’intervento più duro e determinato è stato quello dell’avvocato Lando Sciuba, il quale “deluso dalla Corte Costituzionale”, ha cominciato il suo dire accusando la Regione di “non aver presentato nemmeno uno straccio di ordine del giorno al riguardo” e invita l’Ente a prendere una netta posizione sulla riforma della geografia giudiziaria. Ha puntato il dito contro la politica “che ha tradito i cittadini”, contro i futuri candidati alle elezioni regionali i quali “già fanno le processioni” per rastrellare consensi, “devono dirci che cosa hanno intenzione di fare” ha ribadito Sciuba. “siamo cittadini di serie C, neanche di B” dopo quello che ha detto il Presidente della Repubblica, “dobbiamo dire di no, dobbiamo difendere questa valle e questo territorio” e propone, dunque, il Non voto del comprensorio come protesta”. Tra le idee, anche quella di “Insistere affinché venga messa nel calendario dei lavori parlamentari la proposta di legge ad iniziativa popolare già depositata in una con le sottoscrizioni”