UGL “POSITIVO DECRETO SVUOTA CARCERI”. UIL “NON INTERESSERA’ SULMONA”

Se per l’Ugl il decreto “Svuota carceri” approvato ieri dal Consiglio dei Ministri “rappresenta uno spiraglio di luce in una battaglia, quella di migliorare le condizioni detentive con la riduzione del sovraffollamento”, come ha dichiarato ieri il segretario nazionale dell‘Ugl Polizia Penitenziaria, Giuseppe Moretti, presente in un’assemblea nella scuoladi polizia penitenziaria a Sulmona, per la UIl è promosso a metà.

In pratica il testo del Ministro Anna Maria Cancellieri, approvato dal Consiglio dei Ministri, prevede che entro il 2016 escano dalle carceri circa 10 mila detenuti. Secondo l guardasigilli non si tratta i uno “svuota carceri” ma di una nuova filosofia, escludendo che i provvedimenti possano riguardare reclusi che abbiano commesso gravi reati o di mafia.

Secondo l’Ugl “le misure adottate con il provvedimento in questione sono ampiamente condivisibili se si considera che esse andrebbero ad incidere strutturalmente sul sistema della carcerazione preventiva, ampliando le possibilita’ di recupero del reo e salvaguardando la certezza della pena”. “Tuttavia – aggiunge il sindacalista Moretti – il piano, che prevede un aumento della capacita’ ricettiva di 10 mila posti letto in piu’ entro il 2016, ci preoccupa non poco, considerando che non si parla di un possibile ripianamento della pianta organica, ferma al 2001 e ulteriormente ridotta dal precedente Ministro per la determinazione delle dotazioni di servizi in sedi diverse da quelle penitenziarie”. Per Moretti “ora ci aspettiamo risposte concrete per affrontare l’insostenibile situazione che sono costretti a vivere gli agenti della polizia penitenziaria. Siamo disponibili da subito – conclude – all’avvio di un tavolo tecnico che proceda ad una revisione degli organici nonche’ all’opportunita’ di una riforma del Corpo che dia certezze organizzative e di autonomia funzionale”. All’incontro sulmonese erano presenti Tonino Mancini Segretario Nazionale Aggiunto, Andreano Picini Segretario Regionale, gli allievi del 166° Corso di Polizia Penitenziaria, che si svolge proprio nella scuola in località Fonte d’Amore.

UIL LO PROMUOVE A META’

Non è dello stesso parere il segretario provinciale Uil pentitenziari, Mauro Nardella, il quale attraverso una nota, ha spiegato che questo decreto “interesserà di striscio gli istituti della Provincia Aquilana”.
“L’intervento riformatore che si muove nell’ottica di favorire l’adozione di efficaci meccanismi di decarcerizzazione in relazione a persone considerate “di non elevata pericolosità”; ferma restando, al contrario, la necessità dell’ingresso in carcere dei condannati a pena definitiva che abbiano commesso reati di particolare allarme sociale” sostiene Nardella “troverà un margine di applicazione solo per la casa Circondariale di Avezzano.
Per ovvi motivi legati alla tipologia dei detenuti reclusi invece negli istituti di Sulmona e L’Aquila non pensiamo possano esserci margini di iniziativa in tal senso” precisa Nardella “mentre per l’Aquila il numero dei detenuti resta adeguato alle caratteristiche della struttura penitenziaria seppur permanga una deficienza in fatto di personale soprattutto nell’ambito degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria da adibire al circuito delle multivideoconferenze, a Sulmona la situazione resta critica.
L’istituto Peligno, infatti, pur avendo visto trasformato il circuito penitenziario in un sistema di massima sicurezza considerata la presenza di esclusivi detenuti ad elevatissima sicurezza e collaboratori di giustizia, da un lato non ha visto calare il numero di detenuti che si attesta intorno al numero di 420 unità e, cioè, più di 120 oltre la capienza regolamentare e dall’altro sta vedendo sempre più diminuire il numero di agenti e aumentare i loro carichi di lavoro.
Tutto è caricato sulle spalle di volenterosi poliziotti penitenziari che vedono sempre più scemate le possibilità di avere i diritti soggettivi applicati nella loro interezza” continua Nardella “Presso il carcere ovidiano 328 dovrebbero essere, ed oggi a maggior ragione, le unità previste anche se l’ultimo decreto ne prevederebbe poco più di 270. Allo stato attuale gli uomini in divisa non superano le 240 unità con tutti i risvolti negativi che ne consegue.
La Uil Penitenziari apprezza gli sforzi fatti dall’attuale Ministro della Giustizia. Allo stesso però chiede se non varrebbe la pena pensare di intervenire in maniera più uniformata ed equa ridistribuendo forze ed energie. Solo così si potrà andare incontro alle esigenze di tutti e non elevare a rango di figli di un Dio minore poliziotti penitenziari che dal beneficio che ne può derivare da questo intervento non vengono neanche minimamente toccati”

 

 

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