TERRE DI CELESTINO: INTERESSANTE DISCUSSIONE

L’Eremo di Sant’Onofrio, luogo caro a Celestino V, oggi è tornato a vivere. Pronte le istituzioni disposte a proseguire il progetto delle Terre di Celestino e ad occuparsi, inoltre, del problema della destinazione d’uso dell’Abbazia di Santo Spirito al Morrone. La transenna accostata a un lato, la segnaletica stradale lungo il sentiero dal libero accesso, lo chalet tirato a lucido e l’Eremo con la porta aperta. Finalmente. E’ la parola che in molti in questi giorni hanno esclamato, ma è il termine che ha fatto da leitmotiv ad una bella e interessante cerimonia di riapertura di una zona off limits da tre anni per rischio frana su ordinanza comunale (la quale sarà revocata ufficialmente a giorni non appena completata la segnaletica orizzontale). In molti oggi, politici, Provincia, sindaco, assessori e consiglieri comunali, Comunità Montana Peligna, e anche semplici cittadini non hanno voluto mancare alla manifestazione con tanto di taglio del nastro nel piazzale davanti lo chalet Sant’Onofrio, in cui è stato allestito un mercatino di prodotti tipici del territorio dalla mattina. Il tutto allietato da una piacevole frescura estiva e luci che solo Giugno sa regalare in un posto così suggestivo. Ha scelto, invece, di non esserci il sindaco di Pratola Peligna, il quale, attraverso un messaggio agli organizzatori (rammaricati), ha fatto sapere il suo essersi sentito offeso per l’assenza del suo nome sulle locandine. A fare gli onori di casa Giulio Mastrogiuseppe, presidente dell’Associazione Celestiniana la quale tanto si è data da fare per raggiungere questo obiettivo, reso possibile grazie all’interessamento della vicepresidente della Provincia dell’Aquila, Antonella Di Nino, presente insieme al Presidente Antonio Del Corvo, che con rapidità è riuscita ad ottenere le somme necessarie  per far sì che quel luogo sacro caro al Santo Eremita fosse riaperto. “E’ un momento di grande soddisfazione dopo un lavoro certosino” ha dichiarato “è un punto di partenza se si continuerà a lavorare in sinergia come abbiamo fatto finora, e non lo dico solo per questo territorio ma per tutta la provincia”.
Mastrogiuseppe, che ha moderato al tavola rotonda, ha voluto raccontare del via vai di fedeli e cittadini che da questa mattina, liberi da divieti, hanno vistato quel luogo sacro in cui visse e pregò per sessant’anni Frà Pietro da Morrone. A spiegare l’importanza e la sacralità di quei posti, ripercorrendo la storia e il patrimonio artistico e culturale, comprendente anche il santuario di Ercole Curino e gli affreschi, sono stati gli storici e ricercatori appassionati Ezio Mattiocco e Fabio Maiorano, quest’ultimo ripercorrendo la biografia di Celestino V, sottolineando la sulmonesità del Santo, il suo appartenere intimamente a questa città, non tanto per campanilismo, ma perchè i fatti testimoniano che Celestino scelse di vivere a Sulmona per 60 anni e quando rinunciò alla Tiara tornò proprio qui.

POLEMICA ABBAZIA CELESTINIANA

La casa madre dell’ordine celestiniano è l’Abbazia di Santo Spirito a Morrone, di cui molti ne amano sottolineare il dialogo esistente con l’Eremo, e anche che, nonostante le numerose richieste di turisti di volerla visitare, tocca indovinare il giorno giusto di apertura. Tema affrontato da Anna Colangelo, funzionario della Soprintendenza BSAE, la quale con un giusto tono polemico intriso di amarezza e delusione, ma con la tenacia utile per lottare a favore del territorio, ha evidenziato lo standbye di una splendida struttura che non riesce a fare passi avanti per ottenere la destinazione d’uso, come centro di formazione permanente. “Cinque anni fa, prima del sisma che ha bloccato tutto” ha raccontato la Colangelo “c’erano pronte le carte, i documenti, anche la commissione del Ministero, mancava una firma dall’amministrazione provinciale di quel tempo, che non arrivò mai”. Convinta la Colangelo che “da quella amara esperienza bisogna ripartire e bisogna riaprire un tavolo con il Governo, imponendo discorsi credibili”. Si rende diponibile Del Corvo a portare avanti la problematica. Mentre per il sindaco di Sulmona Peppino Ranalli “se non interviene un privato diventa difficile”.

 DEL CORVO “NON CREDO  PIU’ NEI DISTRETTI CULTURALI, SE CE’ IL PROGETTO SI LAVORA SU QUELLO”

A tal proposito Mstrogiuseppe tira fuori il progetto, abbandonato, riguardante il Distretto culturale, pungolando Del Corvo, che una delibera al riguardo l’Ente l’aveva approvata, priva però di un progetto il quale invece l’associazione aveva pronto, ancora nel cassetto perchè “ci sono state resistenze di chi sfascia la tela” ha precisato. “Ci credevo ai distretti culturali” ha detto il presidente della Provincia “ma ora non più, perchè sembra che gli stessi attori della cultura non li vogliano. Se c’è il progetto pronto si lavora su quello senza il distretto culturale” ha ribadito.

TERRA DI CELESTINO, TURISMO E AGRICOLTURA DA METTERE IN RILIEVO

Il sindaco Ranalli, il quale oggi ha firmato un’ordinanza temporanea, ha incentrato il suo discorso, dopo aver affrontato un ragionamento economico, sul tipo di impegno da prendere in merito a questi posti: “bisogna decidere se questi luoghi siano da considerare sacri o laici, in quanto i flussi turistici cambiano”. In coda sono intervenuti Anna Berghella, presidente della Dmc, Massimo Colangelo, sindaco di Corfinio in qualità di presidente di “Terre dei Peligni”, Bruno Rosso, del Consorzio e alcuni produttori agricoli e piccoli imprenditori: tutti hanno ribadito l’importanza dell’agricoltura. proprio come recitava il titolo della manifestazione “Terra di Celestino, tradizione, agricoltura e tipicità.

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